MILANO, 24 febbraio - Con una lettera presentata al consiglio di gestione in corso a Milano, Gino Paoli si è dimesso dalla presidenza della Siae. Ma il cantautore si difende dall'accusa di evasione fiscale per il trasferimento in Svizzera di 2 milioni di euro: "Sono certo dei miei comportamenti - scrive - e di non aver commesso reati".
Le dimissioni di Paoli sono irrevocabili. "Alla luce delle vicende che mi hanno coinvolto in questi giorni mi preme rivolgermi a voi con cui ho condiviso questo percorso di circa un anno e mezzo di intenso e appassionato lavoro - si legge nella missiva -. Con il rispetto assoluto di chi sta doverosamente svolgendo il suo lavoro di indagine, intendo difendere la mia dignità di persona perbene".
Paoli parla anche della tempesta mediatica che lo ha travolto: "Assisto purtroppo a prevedibili, per quanto sommarie, strumentalizzazioni, che considero profondamente ingiuste. Quello che non posso proprio permettermi di rischiare, però, è di coinvolgere la Siae in vicende che certamente si chiariranno, ma che sono e devono restare estranee alla Società".
Il cantautore, nato a Monfalcone nel 1934 ma genovese di adozione, è stato iscritto nel registro degli indagati per una presunta evasione fiscale di circa 800mila euro per il trasferimento in Svizzera di 2 milioni di euro. "Ho volutamente aspettato qualche giorno a parlarvi per non entrare nella foga di queste stesse strumentalizzazioni. Credo di aver espletato il mio compito di presidente al massimo delle mie capacità. Sono orgoglioso dei risultati che abbiamo ottenuto insieme, per cui abbiamo combattuto fianco a fianco in battaglie importanti, fino all'ultima in favore dei giovani autori. Rassegno pertanto al presente Consiglio le mie dimissioni irrevocabili", conclude.
Paoli parla anche della tempesta mediatica che lo ha travolto: "Assisto purtroppo a prevedibili, per quanto sommarie, strumentalizzazioni, che considero profondamente ingiuste. Quello che non posso proprio permettermi di rischiare, però, è di coinvolgere la Siae in vicende che certamente si chiariranno, ma che sono e devono restare estranee alla Società".
Il cantautore, nato a Monfalcone nel 1934 ma genovese di adozione, è stato iscritto nel registro degli indagati per una presunta evasione fiscale di circa 800mila euro per il trasferimento in Svizzera di 2 milioni di euro. "Ho volutamente aspettato qualche giorno a parlarvi per non entrare nella foga di queste stesse strumentalizzazioni. Credo di aver espletato il mio compito di presidente al massimo delle mie capacità. Sono orgoglioso dei risultati che abbiamo ottenuto insieme, per cui abbiamo combattuto fianco a fianco in battaglie importanti, fino all'ultima in favore dei giovani autori. Rassegno pertanto al presente Consiglio le mie dimissioni irrevocabili", conclude.
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