ROMA, 28 febbraio - L'unico momento di incertezza vero nel corteo organizzato da movimenti e diverse realtà quali centri sociali, no Tav, movimenti per l'acqua pubblica, studenti e disoccupati, che ha sfilato questo pomeriggio per le vie di Roma, si è vissuto proprio al termine della manifestazione indetta per protestare contro il comizio del leader della Lega Matteo Salvini in un'altra piazza di Roma, piazza del Popolo. "Siamo troppi, siamo oltre 30mila e in piazza Campo de Fiori non ci entriamo - ha detto dall'improvvisato palco mobile uno degli organizzatori della manifestazione - per questo dobbiamo tornare indietro e concluderemo la nostra azione di protesta al Colosseo". E così, anche tra la sorpresa delle forze di polizia che presidiavano la centrale piazza Sant'Andrea della Valle, a due passi dal Senato, la coda del corteo che doveva ancora giungere, è stata bloccata e di fatto è divenuto la testa del lungo serpentone di manifestanti che si è rimesso in moto percorrendo via delle Botteghe Oscure, piazza Venezia e i Fori Imperiali già percorsi poco prima. Si è concluso, così il corteo che aveva suscitato più di una preoccupazione tra le forze dell'ordine ma che, in realtà, non ha fatto registrare alcun momento di tensione. Un corteo quasi festoso, con tanti slogan anti Salvini ma anche anti governo, al quale hanno preso parte anche sigle tra le quali l'Anpi, i Cobas, molte organizzazioni di migranti, tra cui gruppi di palestinesi curdi con le loro bandiere.
"Salvini sta dicendo nella sua piazza semivuota - ha annunciato un altro organizzatore dei movimenti - che siamo quattro gatti e che dobbiamo andare a lavorare ed evitare le violenze che provochiamo. Oggi c'è la dimostrazione che siamo il doppio di loro, che siamo pacifici ma che diciamo 'no', a qualsiasi fascismo e leghismo, al falso storico dell'immigrazione che ci sta invadendo e togliendo lavoro".
"Salvini sta dicendo nella sua piazza semivuota - ha annunciato un altro organizzatore dei movimenti - che siamo quattro gatti e che dobbiamo andare a lavorare ed evitare le violenze che provochiamo. Oggi c'è la dimostrazione che siamo il doppio di loro, che siamo pacifici ma che diciamo 'no', a qualsiasi fascismo e leghismo, al falso storico dell'immigrazione che ci sta invadendo e togliendo lavoro".
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