ROMA, 28 febbraio - Ufficialmente si tratta di un'esercitazione, ma in realtà gli incursori della Marina, partiti da La Spezia e da Taranto sulla nave San Giorgio e diretti al confine con le acque territoriali di Tripoli, sarebbero pronti a intervenire nel caso in cui la situazione libica precipiti ulteriormente. E' quanto emerge da alcune fonti militari. L'eventuale approdo in Libia sarebbe volto a proteggere gli interessi commerciali dell'Italia nel Paese. Sarebbe in particolare "attenzionata" soprattutto la zona della costa dove passa il Greenstream, il gasdotto subacqueo dell'Eni. La struttura fino ad oggi è stata protetta dai 20mila uomini della guardia fedele al governo legittimo di Tobruk, ma con la recente avanzata dell'Isis, l'esercito libico non sembra più poter garantire la sicurezza della struttura.
Nonostante quindi l'opzione militare contro la Libia sia stata finora scartata dal governo, sembra essere comunque pronto un "piano b", qualora la diplomazia non riesca a salvaguardare gli interessi italiani. Intanto la Marina Militare sta intensificando le manovre nel Mediterraneo tanto che con il ritorno dell'esercitazione "Mare Aperto" nelle acque del Tirreno e dello Ionio saranno dispiegate buona parte delle unità disponibili.
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