Il questore di Roma D'Angelo |
ROMA, 20 febbraio - La mappatura delle scheggiature provocate sulla Barcaccia di piazza di Spagna dai tifosi olandesi del Feyenoord "ha rilevato circa 110 scalfitture. Un danno permanente e non recuperabile che lascia una ferita indelebile". A sottolinearlo è l'assessore alla Cultura di Roma, Giovanna Marinelli, subito dopo il termine dei rilievi da parte della Soprintendenza.
"C'erano quaranta tifosi romani che volevano tendere un agguato agli olandesi per vendicare la Lupa: li abbiamo intercettati e denunciati". Lo ha detto il questore di Roma Nicolò d'Angelo dopo le devastazioni degli ultrà del Feyenoord nella Capitale, aggiungendo: "Se qualcuno pensa che io abbia operato male, sono qua". Il questore ha poi sottolineato: "Abbiamo garantito l'incolumità della gente. Le forze dell'ordine hanno operato bene. Meglio la sporcizia e il disordine che agire in maniera sconsiderata: sono scelte operative dettate da situazione difficili", ha spiegato d'Angelo. "Capisco il sindaco di Roma che si è visto la piazza vituperata, ma non condivido un'accusa di pressapochismo: abbiamo garantito l'incolumità e impedito devastazione e saccheggi veri. Le forze dell'ordine hanno operato bene”.
In conferenza stampa, il questore ricostruisce i contatti con le autorità olandesi prima della partita. "Abbiamo avuto una serie di contatti con la polizia olandese le cui informazioni in corso d'opera sono state cambiate: avevamo avuto informazioni che un gruppo di tifosi del Feyenoord, quantificato in 400-600 e alcune volte 200-300, sarebbero transitati a Roma via Bruxelles. Le autorità olandesi hanno avuto difficoltà ad impedire la trasferta dello zoccolo duro della tifoseria proprio perché non è partito da Rotterdam, ma da Bruxelles".
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