lunedì 1 maggio 2017

EMILIANO: resto nel PD, ma per fare la guerra a RENZI


BARI, 30 aprile - Matteo Renzi "si può dimenticare che noi facciamo quello che dice lui. Utilizzeremo la voce delle decine di migliaia di persone che ci hanno votato per impedirgli che rifaccia gli stessi errori, evitando di condividere le scelte. Se dovesse rifare questo gioco, lo scontro sarà frontale". Commentando la vittoria alle primarie dell'ex premier, il governatore Michele Emiliano è molto duro e annuncia che resterà nel Pd, ma per fare la guerra a Renzi.
E in un'intervista alla Repubblica delinea la sua "linea d'azione". "La prima cosa da capire, ora, sarà quello che vuole fare. Non mi sembra abbia preparato nulla, non abbiamo mai parlato di futuro e prospettive. Insomma, commettendo gli stessi errori del passato, non ha concertato nulla con nessuno".

"Io non lascio" - L'idea di lasciare il Pd non lo sfiora neanche lontanamente. "Non scherziamo - dice -. Abbiamo affrontato questo scontro a mani nude proprio per stare nel Pd, perché questo è il nostro partito. E per fortuna: se io e Andrea Orlando non ci fossimo candidati, cosa sarebbe rimasto? Tutto sarebbe stato renziano e la gente si sarebbe allontanata ancora di più dal partito. Abbiamo già ottenuto il nostro risultato principale: ora esistiamo". Perché "io di Renzi non mi fido. Non mi aspetto nulla da lui ma voglio capire cosa ha in testa. Noi ci siamo dati appuntamento il 6 maggio quando nascerà Fronte democratico". Si tratta di una nuova corrente interna di opposizione "composta da uomini liberi e forti - spiega -. L'obiettivo è tenere vivo il partito. E il segretario dovrà garantire la pluralità".

"Pd animale ferito" - Sarà difficile, secondo Emiliano, far rientrare i fuoriusciti dalemiani. "Loro, come i 5 Stelle, temo stiano festeggiando. La vittoria di Renzi è la migliore cosa che potesse capitargli. Il Pd oggi è un animale ferito che alle prossime elezioni rischia di stramazzare. Dobbiamo avere paura già delle amministrative".

"Prossime elezioni alla scadenza naturale" - Quanto alle politiche, continua, "si andrà a votare alla scadenza naturale, non prima. Il Pd non è in condizioni di andare alle urne, si deve organizzare. E soprattutto non possiamo fischiettare davanti al monito del presidente della Repubblica che per la seconda volta è intervenuto chiedendo la legge elettorale. Obbligheremo il Pd ad ascoltarlo e ad agire di conseguenza". Ed è stata "una bella mossa" quella di Di Maio che ha aperto al Pd per la legge elettorale: "Non sto parlando di alleanze, ma le intese istituzionali vanno prima di tutto valutate con i 5 Stelle, che l'opposizione la fanno certo meglio di noi".

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