MILANO, 29 maggio - Inquirenti e investigatori che indagano su Ismail Hosni, il 20enne che ha accoltellato due soldati e un agente alla stazione Centrale di Milano, stanno facendo accertamenti sulle persone che frequentava. In particolare, emergerebbe la figura di un libico arrestato con lui per spaccio a dicembre e che lo avrebbe guidato nella radicalizzazione. Per la Digos, sarebbe stato il libico a indottrinare Hosni, indirizzandone la rabbia verso il "nemico Occidentale".
Coltelli acquistati di recente - Uno dei punti interrogativi dell'inchiesta, coordinata dai pm Alberto Nobili e Alessandro Gobbis dell'antiterrorismo milanese e dalla collega Maura Ripamonti, passa per quella reazione sproporzionata che il 20enne ha avuto durante il controllo della pattuglia mista: ha tirato fuori dalle tasche della felpa due coltelli da cucina e ha cominciato a colpire. Quei coltelli erano stati acquistati dal ragazzo solo pochi giorni prima, segno che qualcosa stava maturando nella sua testa.
La "trappola" per gli agenti - Si sta cercando dunque di verificare se quella reazione possa essere stata dettata da una svolta estremista, forse quasi da "terrorista in maturazione", degli ultimi mesi, quando ha iniziato a farsi crescere la barba e a vestire in modo più anonimo. Gli investigatori non escludono che quel suo continuo girovagare in stazione fosse una specie di "trappola" per gli agenti. Accertamenti anche sul suo profilo Facebook, che contiene video inneggianti all'Isis.
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