venerdì 8 gennaio 2016

MAXIFRODE, sottratti milioni al CESENA CALCIO

Igor Campedelli
CESENA, 8 gennaio - Riciclaggio, frode fiscale, associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita, simulazione di reato e falso in bilancio: queste sono le accuse formulate dagli investigatori della guardia di Finanza di Cesena che, su delega del procuratore della Repubblica di Forlì, Sergio Sottani, hanno portato al termine l'inchiesta sulla precedente gestione del Cesena Calcio. Coinvolti, tra gli altri, il presidente pro tempore del Cesena Igor Campedelli e Potito Trovato, imprenditore edile.
tra gli altri, Igor Campedelli, presidente pro tempore della “Ac Cesena calcio S.p.A”. e Potito Trovato, imprenditore del settore alberghiero ed edile che opera sul territorio locale
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L'ingente mole di documentazione sequestrata nell'aprile del 2014 presso la sede del Cesena, in quelle di numerose società riconducibili direttamente e indirettamente ai due indagati e in alcuni studi di commercialisti e in una società fiduciaria milanese, e' stata analizzata dalle fiamme gialle. Scandagliati oltre 1.000 faldoni di documenti relativi agli apparati contabili di 25 società, eseguiti accertamenti su oltre 100 rapporti bancari, riconducibili alle società e ai loro legali rappresentanti, parte dei quali ottenuti, anche, in virtu' di una rogatoria internazionale con la Repubblica di San Marino. Secondo i magistrati, grazie ai numerosi artifici contabili realizzati e all'incredibile volume di fatture per operazioni inesistenti emesse e utilizzate dalle varie societa' coinvolte nella vicenda penale si ipotizza una frode fiscale per un totale di oltre 11 milioni di euro.

Per gli inquirenti, sostanzialmente, attraverso la predisposizione di falsi contratti per fornitura di servizi, realizzazione di lavori e prestazioni di consulenze - tutti contabilmente giustificati da fatture per operazioni inesistenti per oltre 7 milioni di euro - gli indagati hanno depauperato le casse della società sportiva al fine di appropriarsi delle illecite risorse provenienti dalla frode fiscale, creandosi, altresì, un Importante ed illecito sgravio fiscale a fine anno.
Sempre secondo quanto ipotizzato dalla Guardia di Finanza, il ruolo dell’imprenditore edile coinvolto nella vicenda era anche quello di riciclare il denaro proveniente dalla frode - pari a circa 2,5 milioni di euro - attraverso l’interposizione di sue società e propri conti correnti, per impedire la riconducibilità dei proventi del reato.
Ruolo diverso, invece, è stato attribuito a un commercialista e direttore generale dell’ A.C. Cesena S.p.A., che dopo aver procurato finanziamenti di svariati milioni di euro alla stessa società sportiva - da parte di un investitore - avrebbe raggirato i soci e gli altri dirigenti procurandosi, attraverso la compiacenza del consapevole presidente, onerosi contratti afferenti a prestazioni professionali mai eseguite che venivano regolarmente pagati nonostante la gravosa situazione finanziaria della società che, all’epoca dei fatti, era fortemente esposta con banche e fornitori e doveva all’erario oltre 10 milioni di euro di IVA. Addirittura i pagamenti di tali prestazioni li realizzava direttamente lo stesso consulente fiscale che era l’unico abilitato ad operare sui conti correnti bancari intestati al Cesena e che contenevano i fondi provenienti dal finanziatore. In quest’operazione, il professionista secondo quanto ipotizza la Procura della Repubblica èriuscito ad appropriarsi di oltre un milione di euro.
LA COMPRAVENDITA DI NAGATOMO - Gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno, infine, ipotizzato anche il reato di falso in bilancio correlato a plusvalenze generate dalla compravendita di calciatori di serie A, il più famoso dei quali, il giapponese Yuto Nagatomo, comprato dal Cesena Calcio e dopo poco ceduto all’Inter. In particolare, il valore dei giocatori, in alcuni casi, sarebbe stato artificiosamente sopravvalutato al fine di ridurre sensibilmente le perdite di esercizio.

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