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Giovanni Canzio |
La Cassazione versa "in uno stato di profonda e visibile crisi di funzionamento e di identità", i dati di fine anno "segnano l'insuccesso di una strategia mirata alla deflazione delle pendenze e del pesante arretrato mediante il mero aumento della produttività, fino al limite dell'esaurimento delle energie dei magistrati e del personale". Lo sottolinea Canzio levando l'ennesimo grido d'allarme.
Ormai è a rischio "la qualità della giurisdizione di legittimità", sommersa da una mole di ricorsi (105mila le cause civili pendenti da oltre tre anni, quelle tributarie sono il 32,7% quelle di lavoro il 14,3%) che ha "proporzioni mostruose" rispetto a quelle, molto esigue, di altre Corti. Se continua così, avverte Canzio, la Cassazione scivolerà sempre più nel "modesto ruolo di Corte di revisione o di terza istanza", abdicando a quello di 'Corte del precedente'. "Si impone l'urgente e coraggioso avvio di un percorso di autoriforma, mediante l'adozione,anche sperimentale, di misure organizzative interne, radicali e inedite".
Ormai è a rischio "la qualità della giurisdizione di legittimità", sommersa da una mole di ricorsi (105mila le cause civili pendenti da oltre tre anni, quelle tributarie sono il 32,7% quelle di lavoro il 14,3%) che ha "proporzioni mostruose" rispetto a quelle, molto esigue, di altre Corti. Se continua così, avverte Canzio, la Cassazione scivolerà sempre più nel "modesto ruolo di Corte di revisione o di terza istanza", abdicando a quello di 'Corte del precedente'. "Si impone l'urgente e coraggioso avvio di un percorso di autoriforma, mediante l'adozione,anche sperimentale, di misure organizzative interne, radicali e inedite".
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