martedì 25 novembre 2014

USA, il gran giurì proscioglie il poliziotto, scoppia l'inferno a FERGUSON




FERGUSON (Missouri) - Altissima tensione e scontri negli Stati Uniti dopo che il Gran giurì ha deciso che nel caso di Darren Wilson, il poliziotto che il 9 agosto scorso sparo' e uccise il diciottenne nero Mike Brown a Ferguson, nel Missouri, non ci sono prove sufficienti per il rinvio a giudizio. Una decisione che si rincorreva da giorni, soprattutto dopo che il governatore dello Stato, Jay Nixon, aveva dichiarato lo stato di emergenza e allertato la Guardia nazionale, ma che ha comunque colto di sorpresa la comunita' di 21mila abitanti, di cui i due terzi afroamericana. "E' stata fatta un'indagine completa", ha detto il pubblico ministero Robert McCulloch nell'annunciare la scelta fatta dai 12 giurati. Un capo della polizia ha detto che la violenza scoppiata nella città del Missouri è "probabilmente molto peggio" rispetto ai peggiori disordini seguiti all’uccisione dell’adolescente nel mese di agosto. Il capo della polizia di St Louis County Jon Belmar detto che i rivoltosi avevano sparato  almeno 150 colpi. Il tessuto della comunità è stato "fatto a pezzi" in Ferguson, che è una comunità prevalentemente nera, pattugliata da una forza di polizia prevalentemente bianco. Una dozzina di edifici sono stati dati alle fiamme, macchine della polizia distrutte, uditi anche spari. No-fly zone sulla contea del Missouri. Scontri anche nella principali città americane. Da New York, a Seattle, Los Angeles, Chicago, Cleveland, Oklahoma City, Oakland e Pittsburg. A Saint Louis un poliziotto è stato ferito a colpi di pistola. A Times Square, New York, arrestato un dimostrante.
Obama invita alla moderazione. "Il nostro Paese è bastato sullo Stato di diritto e dobbiamo accettare il fatto che questa e' stata una decisione del Gran giuri'", ha detto il presidente americano Barack Obama, intervenuto a sorpresa in diretta tv, esortando ancora una volta i manifestanti a protestare pacificamente e invitando la polizia a "mostrare moderazione". "Non ci sono scuse per la violenza. I progressi non si fanno lanciando bottiglie", ha proseguito il presidente. Obama ha pero' sottolineato come quella di Ferguson sia "una questione che riguarda tutta l'America, una questione reale". "C'e' una profonda sfiducia tra la polizia e la comunita' afroamericana". "E questa - ha spiegato il presidente americano - è' l'eredita' di una lunga storia di discriminazione nel nostro Paese. E' necessario riconoscere come la situazione di Ferguson parla all'intero Paese e mostra le piu' ampie sfide che noi ancora affrontiamo come nazione". 

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