giovedì 7 agosto 2014

FLORIS-GIANNINI, sfida dal 16 settembre tra La7 e Rai3. All'ex direttore di Repubblica cachet da 450mila euro annui

Floris e Giannini
ROMA - Sarà una delle sfide più attese della stagione tv, combattuta a colpi di ospiti e di share, tra inviati sul campo, caccia all'esclusiva e occhio ai social network. Massimo Giannini a Ballarò, padrone di casa nel salotto di cui è stato un habitué, contro Giovanni Floris 'transfuga' su La7.
Entrambi - con ogni probabilità - in onda dal 16 settembre, il primo impegnato in questi giorni a dare una sua impronta all'approfondimento del martedì, punto di forza del palinsesto di Rai3, che non cambierà nome, il secondo a plasmare la sua nuova creatura, alla conquista di un pubblico diverso puntando anche a ritrovare il 'suo'. Top secret il titolo: sfumata l'ipotesi 'Abracadabra', Floris - stando ai rumors - potrebbe accendere un 'Radar' su La7. Quel che è certo è che a fare da copertina al programma saranno le incursioni cult di Maurizio Crozza.
"Dopo 28 anni straordinari a 'Repubblica', di cui 10 anni da vicedirettore, ho pensato che fosse davvero il momento di rimettersi in gioco", dice all'ANSA Giannini, che approda in Rai con un contratto biennale. "Ballarò è una magnifica scommessa, che riflette fino in fondo la mia idea di giornalismo: l'analisi e l'approfondimento, ma sempre a partire dai fatti, dai numeri, e soprattutto dalle notizie". Dunque meno parole e più fatti, con gli inviati sempre sul campo, alla ricerca di notizie ed esclusive, spazio ai social network, massima attenzione all'economia, mentre lo studio proverà a sfuggire ai rituali delle liti tra gli ospiti di turno.
Obiettivo, realizzare un programma dalla forte identità politica. Bocche cucite sul compenso: indiscrezioni non confermate parlano di 
 . Si tratta in ogni caso di una cifra inferiore - fanno notare fonti di Viale Mazzini - rispetto a quella percepita da Floris (650 mila euro all'anno). L'Usigrai, che con il segretario Vittorio di Trapani ieri ha protestato per l'arrivo di un esterno a Viale Mazzini in epoca di spending review, oggi torna a incalzare il direttore generale Luigi Gubitosi: "Deve fare chiarezza sui contenuti precisi dell'accordo contrattuale: serve la massima trasparenza, non ci si può trincerare dietro il presunto segreto industriale".

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