E' stata un'attesa lunga dieci anni, ma finalmente il giorno dell'appuntamento è arrivato. Dopo un viaggio di oltre 6 milioni di chilometri, mercoledì la sonda europea Rosetta incontrerà domani alle 10 ora italiana la sua cometa, la 67P/Churyumov-Gerasimenko, sulla quale rilascerà il lander Phillae. Stamane distava 2050 chilometri.
Il lungo viaggio di Rosetta - Il loro è un incontro programmato da tempo, fin dal lancio di Rosetta nel marzo 2004, quando si staccò da terra, da Korou nella Guiana Francese, alla volta dell'universo. Il percorso della sonda è già stato denso di tappe importanti: dopo aver sfruttato l'effetto 'fionda gravitazionale' una volta attorno a Marte e tre volte attorno alla Terra, ha avuto incontri ravvicinati con gli asteroidi 'Steins' nel 2008 e 'Lutetia' nel 2010. E adesso è arrivato il momento per la tappa finale e principale del suo epico viaggio. Sarà infatti la prima navicella spaziale della storia a incontrarsi con una cometa. Un appuntamento a cui è arrivata dopo un lungo periodo di riposo: ben 31 mesi di ibernazione durante il tragitto verso l'orbita di Giove, dove i suoi pannelli solari non potevano garantire sufficiente energia per gli strumenti di bordo. Il 20 gennaio scorso Rosetta si è finalmente ridestata dal suo letargo per incontrare la sua 'promessa sposa', cui porterà in dono il lander Philea che atterrerà a novembre 2014 sulla sua superficie. Dopo averla raggiunta, scorterà la 67P/Churyumov-Gerasimenko nel suo avvicinamento al Sole fino alla fine del 2015, per effettuare una serie di indagini dettagliate sulle caratteristiche della cometa.
La sonda andrà a caccia di preziose informazioni - Rosetta continuerà a comunicare con noi fino a dicembre del 2015, inviandoci preziosi dati. Proprio come la famosa Stele di Rosetta e l'obelisco di Philae, la sonda creata dall'Agenzia Spaziale Europea andrà a caccia di informazioni capaci di farci decifrare gli enigmi del complesso linguaggio della nebulosa protoplanetaria che ha costruito i mattoni che hanno formato il nostro Sistema Solare. Una missione importate, quindi, a cui l'Italia e l'Agenzia Spaziale Italiana hanno dato un contributo fondamentale. Sono infatti ben tre gli strumenti scientifici italiani a bordo dell'orbiter: Virtis (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) e la Wac (Wide Angle Camera) di Osiris (Optical Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System). Ma l'Italia è presente anche a bordo del lander, con il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni Sd2 (Sampler Drill Distribution) ed il sottosistema dei pannelli solari. "L'appuntamento di domani (mercoledì, ndr) - assicura Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana - sarà un momento particolarmente importante per la storia dell'esplorazione dell'Universo, ci aspettiamo molte informazioni sulla formazione del nostra sistema solare".
Una missione a cui l'Asi ha partecipato attivamente e che entrerà nella storia. Battiston ricorda infatti che quella di Philae, il lander che atterrerà sulla cometa, è "un'impresa mai tentata prima".
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