venerdì 22 maggio 2015

Il TUNISINO arrestato: "Perché sono qui? Non ho fatto nulla"

Abdel Majid Touill il giorno dello sbarco
MILANO, 22 maggio - "Perché sono qui? Non capisco, non ho fatto nulla". E' quello che va ripetendo in carcere Abdel Majid Touil il marocchino arrestato tre giorni fa su mandato di Tunisi per l'attentato al museo del Bardo, e "scagionato" da più di una testimonianza da alcuni cittadini di Gaggiano, nel Milanese. Da quanto è trapelato il 22enne, in isolamento a San Vittore, continua fare questa domanda a chi ha avuto modo di incontrarlo, parlando arabo.
Touil, da tre giorni al sesto raggio di San Vittore in una cella da solo, attende di essere interrogato dal giudice della quinta Corte d'Appello di Milano Pietro Caccialanza, dopo la convalida dell'arresto avvenuta nei giorni scorsi.
Toccherà al giudice effettuare l'identificazione 'formale' e chiedere a Touil, difeso dall'avvocato Silvia Fiorentino, se ha dichiarazioni da rendere e se intende dare il consenso all'estradizione. Consenso che certamente non darà.
I dubbi sulla reale colpevolezza del 22enne marocchino vengono alimentati anche da una fotografia pubblicata dal quotidiano Akher Khabar Online che mostra Abdel Majid Touil molto più anziano, con un paio di baffi neri. Gli investigatori italiani tendono peò ad escludere un errore di identità, perché la data di nascita indicata dai tunisini coincide con quella dello straniero fotosegnalato a Porto Empedocle il 17 febbraio scorso, poche ore dopo il suo arrivo in Italia a bordo di un barcone.

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