domenica 26 febbraio 2017

La "guerra" ai giornali: TRUMP non andrà alla cena dei corrispondenti


WASHINGTON, 26 febbraio - L’annuncio è arrivato da Twitter. Donald Trump ha scelto di affidarsi a un cinguettio per annunciare che, il prossimo 29 aprile, non parteciperà alla tradizionale cena organizzata dall’associazione dei corrispondenti della Casa Bianca con il presidente. Trump ha anche augurato, con ironia, agli invitati di passare “una grande serata”, senza dare nessuna giustificazione alla sua scelta di assentarsi. Prima di lui, anche Ronald Reagan non aveva partecipato all’evento, nel 1981, mentre si riprendeva dall’attentato subito a marzo di quello stesso anno. 
La guerra con la stampa e il bando contro le grandi testate - La decisione di Trump è stata interpretata come l’ennesimo gesto di allontanamento del presidente nei confronti della stampa accusata di “fabbricare notizie false” e di essere “nemica del popolo”. La scelta di non cenare con i corrispondenti, inoltre, è arrivata a poche ora da un altro annuncio di Trump contro alcune tra le più importanti testate degli Usa. Il presidente ha messo al bando grandi nomi come Cnn e New York Times che sono stati esclusi da un briefing del portavoce presidenziale Sean Spicer. Dopo il bando, il mondo dell’informazione ha subito reagito, con il New York Times che ha definito la scelta di Trump come un “inequivocabile insulto”.
Le "barzellette" dei media - Nonostante le proteste, il tycoon ha ribadito, sempre su Twitter, che i media “consapevolmente non dicono la verità” e che il New York Times e la Cnn sono delle “barzellette”. E il presidente ha fornito subito un esempio:”I media non hanno scritto che il debito nazionale nel mio primo mese è sceso di 12 miliardi di dollari contro un aumento di 200 miliardi nel primo mese di Obama”. Trump, però, non ha supportato la sua affermazione con nessun dato e il Washington Post ha ribadito come il presidente spesso si contraddica da solo ricordando che proprio Trump, due mesi fa, aveva assicurato che la Casa Bianca non avrebbe mai bandito nessun giornale perché questo è “ciò che contraddistingue una democrazia da una dittatura”. 

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