lunedì 27 febbraio 2017

La morte di dj FABO: ha morso un pulsante per attivare l'immissione del farmaco


ZURIGO,  27 febbraio  - Dj Fabo ha morso un pulsante per attivare l'immissione del farmaco letale. A raccontare gli ultimi momenti di vita del 39enne milanese, che ha ottenuto il suicidio assistito in una clinica svizzera, è Marco Cappato dell'Associazione Coscioni, che lo ha accompagnato in questo suo ultimo viaggio. "Era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato", ha detto.

Accanto a lui la mamma, la fidanzata e alcuni amici - Con dj Fabo in Svizzera c'erano la mamma, la fidanzata e alcuni amici. I suoi familiari lo hanno raggiunto poche ore dopo il suo arrivo in clinica insieme con Marco Cappato.

Cappato: "Vado ad autodenunciarmi" - "Al mio rientro in Italia, nella giornata di domani, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità", ha detto Cappato. Il reato che si configurerebbe sarebbe quello di 'aiuto al suicidio', ha detto.

"Morire degnamente" - Dj Fabo è stato accolto nella clinica che, nel suo sito, riporta queste parole: "Benvenuti da Dignitas - Vivere degnamente - Morire degnamente. La nostra associazione di pubblica utilità si impegna per l'autodeterminazione, la libertà di scelta e la dignità fino alla fine". Sulla pagina web anche il video-appello del giovane a Sergio Mattarella per ottenere il diritto a morire in Italia.

E un altro messaggio per spiegare il senso dell'attività dell'ente: "Il nostro concetto di consulenza sull'assistenza palliativa, la prevenzione del suicidio, le direttive del paziente e l'accompagnamento alla morte volontaria gettano le basi decisionali per organizzare la vita fino alla sua conclusione. Dal 1998 operiamo per la realizzazione dell' 'ultimo diritto umano'".


Associazione Coscioni: "Fabo è libero, la politica ha perso" - "Fabo è libero, la politica ha perso". Lo affermano Marco Cappato e Filomena Gallo della Associazione Luca Coscioni, a poche ore dalla morte in Svizzera dell'uomo. "L'esilio della morte è una condanna incivile - affermano -. Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall'impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente".

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