giovedì 15 maggio 2014

"Saltano" direttrici nei quotidiani: dopo quella di "Le Monde", tocca al NYT

Jill Abramson, direttrice defenestrata del New York Times
NEW YORK - "Moria" di quote rosa ai vertici dei quotidiani di prestigio. Si è dimessa ieri mattina (o è stata costretta) l'invisa direttrice de " Le Monde" Natalie Nougayrède, tra il tripudio della redazione che non aveva mai avuto feeling con lei. Poi, nel tardo pomeriggio, è saltata anche la poltrona del New York Times. Lascia "improvvisamente" il timone, infatti, la direttrice Jill Abramson: una carriera dentro la "Old Gray Lady", una donna che le iniziali del NYT se le era fatte tatuare sulla pelle a fianco di quelle del marito. La prima donna direttrice in 160 anni di storia del più influente quotidiano americano cede ora il passo al primo nero, Dean Baquet, che l'editore Arthur Sulzberger ha definito "la scelta migliore per raccogliere il testimone in questo momento".
La Abramson non era presente quando Sulzberger ha annunciato le dimissioni alla redazione sotto shock mentre il titolo del Nyt bruciava a Wall Street tutti i profitti di quest'anno. Jill era alla guida del New York Times dal 2011. Avrebbe avuto disaccordi con Mark Thompson, il presidente e Ceo approdato due anni fa a New York dalla Bbc. Thompson aveva fin dall'inizio messo in chiaro che avrebbe avuto le mani in pasta nelle risorse editoriali del giornale. Come la collega francese Natalie Nougayrède, accusata nelle ultime settimane di "tendenze aggressive" e di uno stile "alla Putin", la sessantenne Abramson non godeva ottima stampa tra i suoi redattori alcuni dei quali la giudicavano troppo combattiva e condiscendente con la proprietà, in un momento in cui il giornale era andato incontro a tagli nel personale pur avendo raggiunto successi senza precedenti nella crescita online.

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