mercoledì 9 aprile 2014

Ebola, allarme dell’OMS: è l’epidemia più spaventosa della storia

GINEVRA - L'epidemia di Ebola più spaventosa della storia sta flagellando l'Africa occidentale: è tra le piu' difficili da affrontare da quando la malattia, circa quarant'anni fa, apparve per la prima volta. Lo ha detto Keiji Fukuda, vice direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della SanItà (Oms): "E' uno dei focolai di Ebola più difficili che abbiamo mai affrontato". 
Finora i morti per il virus sono 111, ma l'epidemia si sta ancora espandendo. Cominciata in Guinea Conakry, si e' gia' estesa alla Liberia e ci sono vari focolai: tre 'punti caldi' sono in Guinea Forestiere, una regione circa 900km a sud della capitale della Guinea, Conakry, una città' dove sono già stati registrati una ventina di casi. Il periodo di incubazione del virus e' tra i due e i 21 giorni, tempo estremamente breve che però, oggi, non mette al riparo l'Occidente dall'eventualità di un contagio: un viaggiatore in pochissimo tempo può passare da Conakry (centro dell'epidemia) ad una capitale europea. Per questo i microbiologi dell'Amcli lanciano un appello: "Sarebbe bene che anche l'Italia iniziasse ad attivare misure di attenzione negli aeroporti e nei centri di prima accoglienza" alla luce dell'epidemia di Ebola in corso in Guinea. Gli scienziati ricordano come il codice rosso sia già' scattato negli aeroporti europei di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona, principali scali dei voli provenienti dall'Africa.
  "Questa e' la vera novità rispetto ai passati 40 anni di piccole epidemie - spiega Pierangelo Clerici, Presidente Amcli - purtroppo questa volta il virus non si è fermato ai villaggi rurali, ma ha iniziato a diffondersi in un grande centro urbano dove vivono due milioni di persone e si tratta del ceppo piu' aggressivo (ceppo Zaire). L'isolamento dei casi non basta, e' fondamentale tracciare la catena di trasmissione".

  L'Oms comunque per ora non raccomanda restrizioni di viaggio ne' in Guinea, dove il contagio e' apparso il 22 marzo e sono stati registrati 157 casi, 101 vittime e 67 casi sono stati confermati dai test di laboratorio; ne' in Liberia, un Paese confinante, dove sono stati accertati 21 casi, 10 sono morti, e i casi confermati sono 5. 

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