giovedì 16 febbraio 2017

MALESIA, arrestata una seconda donna per l'omicidio di KIm Jong-nam


KUALA LUMPUR, 16 gennaio - Una seconda donna sospettata di essere coinvolta nell'omicidio di Kim Jong-nam è stata arrestata in Malesia. L'agenzia di stampa Bernama, citando il capo della polizia Khalid Abu Bakar, ha riportato che sono attesi a breve altri arresti collegati alle indagini sull'assassinio del fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un, avvenuto lunedì mattina all'aeroporto internazionale di Kuala Lumpur.

La seconda donna arrestata avrebbe un passaporto indonesiano, ha riferito la polizia, mentre quella fermata mercoledì ne aveva uno vietnamita. La tv sudcoreana Chosun ha riferito che il riconoscimento di Kim è avvenuto con le impronte digitali messe a disposizione da Seul su richiesta delle autorità malesi. 
Ieri i media asiatici hanno parlato della morte di due sospette assassine e sono state diffuse le immagini delle telecamere di sicurezza dell’aeroporto.

Sintomi di avvelenamento - All’identificazione hanno contribuito funzionari sudcoreani inviati in Malesia secondo cui la morte sarebbe avvenuta a seguito di avvelenamento. "I nostri funzionari si sono recati all'obitorio per vedere il corpo di Kim", ha detto un funzionario governativo per il quale "c'era schiuma intorno alla bocca, che è il tipico segnale di decesso per avvelenamento". Il veleno usato sarebbe "più forte del cianuro", secondo i media malesi. All'autopsia avrebbero assistito l'ambasciatore nordcoreano e altri funzionari. L’autopsia ufficialmente non ha stabilito con certezza le cause del decesso. 

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