martedì 7 luglio 2015

FMI e Italia, elogi e cautele


WASHINGTON, 7 luglio - L’economia italiana “sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione” ma “la ripresa è ancora fragile”. E’ quanto sostiene il Fondo Monetario Internazionale, pur lodando le autorità italiane per “le azioni politiche coraggiose che, insieme con le azioni a livello europeo hanno contribuito al rilancio dell’economia italiana e hanno migliorato la fiducia”. In un comunicato relativo all’analisi del rapporto sulla Penisola, completato il 16 giugno corso, i direttori esecutivi dell’Istituto di Washington sottolineano come “le prospettive di medio termine siano tenute a freno da colli di bottiglia strutturali, alta disoccupazione, bilanci deboli e un debito pubblico elevato”. Il Fondo prevede un PIL in crescita dello 0,7% nel 2015 e dell’1,2% nel 2016. Promossa la politica fiscale, che “ha il giusto equilibrio tra sostenere la crescita economica e ridurre il debito pubblico”. In particolare, secondo i tecnici di Washington, il rapporto tra deficit e PIL si attesterà al 2,7% quest’anno per poi scender al 2,1% il prossimo. Il debito salirà invece al 133,3% nel 2015 per poi ricollocarsi al 132,1% nel 2016. Il FMI promuove poi “l’ambiziosa agenda di riforme per rivedere il sistema economico e produttivo”, ricordando che si può agire più in profondità sfruttando la “finestra di opportunità” data dal Quantitative Easing e dai germogli di ripresa. Secondo gli economisti, l’effetto combinato del Jobs Act e della ripresa economica farà calare la disoccupazione, che in Italia resta ancora tropo alta. Il tasso dei senza lavoro dovrebbe infatti scendere al 12,5% quest’anno e al 12,2% il prossimo. 

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