martedì 31 marzo 2015

Torna a salire in Italia a febbraio il tasso di DISOCCUPAZIONE


ROMA, 31 marzo - Il tasso di disoccupazione torna a salire al 12,7% a febbraio, dopo il ''forte calo'' di dicembre e l'ulteriore diminuzione di gennaio. Lo rileva l'Istat nei dati provvisori segnalando un aumento di 0,1 punti sul mese e di 0,2 punti sull'anno, che riporta il tasso al livello di dicembre.I disoccupati sono 23 mila in più. I tecnici dell'istituto precisano che si tratta di dati non confrontabili con quelli del governo sulle 79 mila attivazioni di nuovi contratti, che ''sono dati di diversa natura e non necessariamente significano nuovi occupati. Possono anche essere transizioni dal tempo determinato e altri tipi di contratti''. L'Istat informa che nel periodo dicembre-febbraio rispetto ai tre mesi precedenti l'occupazione ''è rimasta sostanzialmente stabile, mentre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,4 punti, in larga misura per la risalita del tasso di inattività''.
Sale il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 42,6% a febbraio  con un aumento di 1,3 punti rispetto al mese precedente e di 0,1 punti rispetto all'anno precedente. A febbraio ci sono 868 mila giovani occupati, 40 mila in meno rispetto all'anno precedente e 34 mila in meno rispetto a gennaio.  Al tempo stesso crescono gli inattivi fino a 4,4 milioni di ragazzi e aumentano di 35 mila unità in una anno e di 20 mila unità in un mese. Il tasso di inattività giovanile tocca così il 74,6%.
Il calo dell'occupazione a febbraio è dovuto esclusivamente alla diminuzione delle lavoratrici. L'Istat sottolinea che gli occupati di sesso maschile sono ''sostanzialmente stabili'' mentre quelli di sesso femminile diminuiscono in un mese di 42 mila unità. Anche il tasso di disoccupazione cresce al 14,1% per le donne (+0,3 punti su mese e +0,9 punti su anno) mentre per gli uomini è all'11,7% (invariato sul mese e in calo di 0,3 punti nell'anno).
Secondo i dati Eurostat, la disoccupazione italiana è la sesta più alta della Ue dopo Grecia (26,0%, dato di dicembre 2014), Spagna (23,2%), Ungheria (18,5%), Cipro (16,3%) e Portogallo (14,1%).

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