venerdì 26 settembre 2014

TIBET: due alpinisti italiani spazzati via da una valanga

Andrea Zambaldi
KATMANDU - Due alpinisti italiani sono morti travolti da una valanga in Nepal. I loro corpi non sono stati ancora trovato. Era una spedizioni particolare, una corsa contro il tempo su e giù da due Ottomila con in mezzo una pedalata di oltre 170 chilometri. La tragedia è avvenuta a cento metri dalla prima vetta, quella dello Shisha Pangma ( la seconda sarebbe stata il Cho Oyu), quando la valanga si è staccata e li ha travolti, scaraventandoli giù da una parete per seicento metri.
La spedizione era sponsorizzata dalla Dynafit, l’azienda del gruppo Salewa specializzata in articoli per lo scialpinismo, e durante la quale erano in fase di test anche certi prodotti speciali supertecnici.
Il gruppo in scalata era composto da Andrea Zambaldi, manager veronese con un lungo passato in Trentino dove gestiva un negozio di sport, Benedikt Böhm e Sebastian Haag, i primi due dipendenti del gruppo Salewa e il terzo consulente per i test di prodotto. A loro si erano aggiunti per l’impresa, dopo un incontro al campo base, il mito dell’alpinismo Üli Steck e la guida Martin Maier.
Quando la valanga si è staccata dalla vetta, ha centrato Zambaldi e Haag, scivolando di fianco agli altri, che hanno visto i loro compagni essere spazzati via e precipitare nel vuoto. Per quattro lunghe ore, e con l’intervento del soccorso alpino tibetano, il gruppo ha tentato di ridiscendere al livello della base della parete per partecipare alle ricerche, per poi essere costretta a rinunciare e riprendere da oggi. I corpi non sono stati ancora ritrovati.

Zambaldi teneva un blog di viaggio in cui aggiornava i suoi lettori sull’avanzamento della spedizione. Il suo ultimo post, prima di avviarsi verso l’ultimo tratto di scalata diceva: «La neve rende l’avanzata molto dura. Nelle parti più ripide si sprofonda fino all’anca o al torace. Tra poco vedremo l’ultima parte dello Shisha Pangma. Speriamo che la montagna ci dia una possibilità di salita». E ancora: «È davvero faticoso! I miei polmoni sono affaticati. Ci sono un sacco di crepacci, dobbiamo stare molto attenti».

Nessun commento:

Posta un commento