mercoledì 24 settembre 2014

Il BRASILE non firma il patto contro la deforestazione



BRASILIA - Il Brasile ha rifiutato di sottoscrivere un patto per porre un termine alla deforestazione entro il 2030. Stati Uniti, Canada e Unione Europea sono stati tra i 30 stati che hanno accettato di dimezzare la perdita di foreste entro il 2020 e di lavorare verso un obiettivo finale entro il 2030. Ma il Brasile, che possiede la più grande foresta pluviale del pianeta, si è rifiutato di firmare, sostenendo che ciò potrebbe violare il diritto nazionale.
Il ministro dell'ambiente brasiliano, Isabella Teixeira ha detto: "Purtroppo, non siamo stati consultati. Ma penso che è impossibile pensare che si può varare un'iniziativa del genere sulle foreste senza il Brasile a bordo. Essa non avrebbe senso." Il ministro ha precisato che il suo governo era preoccupato che la nuova risoluzione potesse scontrarsi con le leggi nazionali del Brasile, che permettono un abbattimento gestito. Ha aggiunto che il Brasile aveva fissato il proprio obiettivo di rallentare il ritmo di deforestazione per 3.900 chilometri quadrati  all'anno entro il 2020.
Sarebbero stati abbattuti circa 5.843 km quadrati di foresta nel periodo agosto 2012-luglio 2013, quando il Brasile ha fatto la sua ultima rilevazione satellitare. La signora Teixeira ha chiarito che il Brasile è stato incaricato di proteggere la foresta amazzonica, considerato una difesa naturale chiave contro il cambiamento climatico a causa della sua capacità di assorbire enormi quantità di anidride carbonica.

I firmatari hanno promesso di ripristinare più di 1 milione di chilometri quadratidi foresta in tutto il mondo. La Norvegia ha promesso di spendere 350 milioni di dollari  per proteggere le foreste in Perù e altri 100 in Liberia (Ebola permettendo, lì hanno problemi immediati più urgenti).

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