LONDRA, 23 giugno - Si sono aperti i seggi in Gran Bretagna per il referendum sulla Brexit. Sono 46,5 milioni gli elettori chiamati a rispondere "Leave" o "Remain". Fronte del sì all'Unione europea in vantaggio su quello del no secondo due sondaggi dell'ultim'ora, alla vigilia. E' sfida tra il premier David Cameron, "campione" del sì, e l'ex sindaco di Londra Boris Johnson, bandiera del no. Il presidente della Commissione Ue Juncker: "Dentro o fuori".
Il quesito - "Il Regno unito deve continuare a essere un membro dell'Unione europea o lasciare l'Unione europea?" leggeranno sulla scheda gli elettori del Regno. E potranno scegliere tra due risposte: Restare ("Remain") un membro dell'Unione europea, lasciare ("Leave") l'Unione europea. Il quesito piuttosto verboso è studiato per evitare qualunque confusione nel caso in cui, per esempio, gli elettori non sappiano se il Regno unito sia o meno un membro dell'Ue. Evitata anche la connotazione positiva o negativa di una risposta "sì" o "no". La Commissione elettorale è stata criticata per aver consentito una risposta di questo tipo nel referendum sull'indipendenza scozzese.
Perché un referendum? - I britannici si sono già espressi sulla questione europea nel 1975, quando la Ue si chiamava Comunità economica europea. Molti sostengono che gli obiettivi e la portata della Ue sono cambiati drasticamente da allora, in un modo che non poteva essere previsto da chi votò allora.
Perché un referendum ora? - Fu deciso nel 2013 dal premier David Cameron, quando il suo partito conservatore era sotto pressione per la crescente popolarità dell'Ukip, che vinse le elezioni europee l'anno successivo. Nel programma dell'Ukip c'è la cosiddetta Brexit, l'uscita della Gran Bretagna nella Ue. Cameron promise il referendum ai sostenitori euroscettici del suo partito: votate per i conservatori alle elezioni politiche del 2015 e nel giro di due anni faremo un referendum sull'"in-out", dopo una rinegoziazione della posizione di Londra nella Ue. Cameron vinse le elezioni di maggio 2015.
Chi vota? - I cittadini irlandesi, britannici e del Commonwealth maggiorenni residenti nel Regno unito, i cittadini britannici che vivono all'estero, iscritti nei registri elettorali britannici negli ultimi 15 anni. I cittadini del Commonwealth a Gibilterra. Non voteranno invece, come accade per le elezioni politiche, i cittadini Ue che vivono in Gran Bretagna. Si può votare recandosi ai seggi o con il voto postale.
Quando saranno noti i risultati e come saranno contati? - I seggi saranno aperti dalle 7 alle 22 locali, (dalle 8 alle 23 italiane) e lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura in 382 centri in tutto il Paese, compresa Gibilterra. Non ci saranno exit poll perchè i sondaggisti dicono che l'assenza di voti recenti comparabili nel Paese inficia l'accuratezza dei sondaggi. La prima ondata importante di risultati è attesa attorno alle due, le tre in Italia.
Il voto è vincolante? - Il risultato del referendum non è vincolante e in caso di vittoria del Leave il parlamento dovrà respingere l'European Communities Act del 1972, che incorpora il diritto europeo nella legislazione britannica, e ratificare il ritiro dell'accordo. I parlamentari tecnicamente possono scegliere d'ignorare l'esito del referendum, ma sarebbe quanto meno bizzarro andare contro la volontà popolare.
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