martedì 28 giugno 2016

NEW YORK, si vota per un seggio nel consiglio di sicurezza ONU, speranze per l'Italia


NEW YORK, 28 giugno  - Sarà una battaglia non facile, ma l'Italia ci crede: si terrà tra poche ore (alle 10 ora locale, le 16 in Italia) la votazione, in Assemblea generale dell'Onu, al Palazzo di Vetro di New York, per il rinnovo di 5 tra i 10 seggi dei membri non permanenti nel Consiglio di sicurezza. E l'Italia è in lizza per un seggio nel biennio 2017-2018: dovrà vedersela contro la candidatura di Svezia Olanda, gli altri due Paesi europei che ambiscono a sedere nel gruppo dei 15 che decidono in Consiglio.
L'ultima volta che l'Italia ha seduto nel Consiglio di Sicurezza è stata nel bienio 2007-2008. Lo stesso premier Matteo Renzi ha spiegato i motivi e i punti di forza di questa candidatura durante il discorso all'assemblea generale Onu il 29 settembre scorso."Costruire la pace di domani", aveva spiegato, sarà il motto dell'Italia nella sua campagna elettorale. Tra i temi la cooperazione, in particolare in Africa, l'impegno contro il terrorismo ma anche quello a favore della cultura a partire dalla proposta dei Caschi blu della cultura, la parità di genere e la tutela del clima, oltre alla storica battaglia per la moratoria della pena di morte. E come punti di forza l'Italia può puntare sul suo ruolo strategico al centro del Mediterraneo e sulle attività di accoglienza dei migranti, sull'impegno nelle missioni di pace internazionali, l'attitudine al multilateralismo. La candidatura è stata anche sostenuta dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in numerosi viaggi e contatti; e con un intenso battage, anche sotto traccia, del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che è già a New York. La stessa Expo è stata un'occasione per tessere le relazioni diplomatiche con molti Paesi, i cui padiglioni sono stati ospitati a Milano, e nelle visite di premier e presidente nei mesi scorsi. Tra i Paesi sostenitori per giungere ai 128 voti necessari, l'Italia puo' annoverare molti Paesi dell'America latina, alcuni Paesi arabi e mediterranei, alcune nazioni asiatiche.
Uno degli asset delle alleanze è stata la posizione di riformismo avanzato del nostro Paese per quanto riguarda la sempre attesa riforma dell'Onu e del Consiglio di Sicurezza in particolare. L'Italia chiede da tempo una maggiore trasparenzapiù rotazione per garantire maggiore rappresentatività a tutti (ben 68 Paesi non hanno mai fatto parte del Consiglio) e una maggiore attenzione ai nuovi equilibri economici e geopolitici, di fatto mutati da quando, all'indomani della fine della seconda guerra mondiale, si decise l'assetto del Consiglio come fotografia dei rapporti di forza dell'epoca. 
Attualmente ci sono cinque Paesi con un seggio permanente al Palazzo di vetro (Cina, Russia, Francia, Regno unito e Stati uniti) e dieci membri non permanenti eletti a rotazione ogni due anni (ora si tratta di Angola, Egitto, Giappone, Malaysia, Nuova Zelanda, Senegal, Spagna, Ucraina, Uruguay, Venezuela. (AGI) 

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