mercoledì 18 febbraio 2015

GENTILONI, per la Libia serve una soluzione politica. E l'ISIS avanza verso la TUNISIA

Militari tunisini presidiano il confine com la Libia
ROMA, 18 febbraio - "Mentre il negoziato muove i primi passi, la situazione in Libia si aggrava. Il tempo non è infinito e rischia di scadere presto". L'allarme arriva dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, nel corso di una informativa alla Camera. Gentiloni ha anche sottolineato come sia "evidente il rischio di saldatura tra gruppi locali e Daesh, che richiede la massima attenzione". "L'unica soluzione alla crisi libica è quella politica", ha detto il ministro degli Esteri. "Non vogliamo - ha aggiunto - avventure e tanto meno crociate. Chiediamo alla comunità diplomatica di aumentare gli sforzi".
"Il deterioramento della situazione sul territorio impone un cambio di passo da parte della comunità internazionale prima che sia troppo tardi". Dalla riunione del Consiglio di sicurezza, ha affermato, "ci attendiamo la presa di coscienza al Palazzo di vetro della necessità di raddoppiare gli sforzi per favorire il dialogo politico".
"La crisi in Libia - ha proseguito - si presenta oggi con un grave deterioramento del quadro di sicurezza, evidenziato con attacco all'Hotel Corinthia, a ripetute incursioni in campi petroliferi e da ultimo dalla barbara uccisione di 21 cristiani-copti a Sirte: tale quadro ci ha portato a decidere la chiusura della nostra ambasciata, l'ultima rimasta aperta a Tripoli".
Secondo il premier libico Abdallah Al Thani membri dell'Isis e di Boko Haram hanno raggiunto o stanno raggiungendo i gruppi terroristici presenti in Libia, e ha precisato che questi ultimi si starebbero avvicinando al confine con la Tunisia. Al Thani ha lanciato l'allarme parlando alla radio tunisina Express Fm.
A proposito dell'intervento militare egiziano, Al Thani ha affermato che gli attacchi aerei su postazioni Isis in Libia sono state eseguite con l'approvazione del governo libico e che il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha rifiutato di fornire armi allo Stato libico per la sua lotta contro il terrorismo.
Intanto la Tunisia ha dispiegato lungo il confine di terra e di mare con la Libia unità dell'esercito, rafforzate da unità della Guardia nazionale e della Dogana, per difendersi da "eventuali minacce contro l'integrità territoriale del Paese" ed "impedire ogni tentativo di infiltrazione da parte di terroristi", ha detto il colonnello Belhassen Oueslati, portavoce del ministero della Difesa. Le forze armate tunisine possono contare su 27mila uomini dell'esercito, 4mila dell'aviazione e 4.500 di marina.

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