SEUL - 'Sto male vado al mercato'. Non è uno scherzo, è la frase che dicono i 7 milioni di coreani che ogni anno vanno a curarsi al Kylingt Herbal Market di Seul, come riferisce http://www.ecoturismoreport.it. Un quartiere bazar votato all’antica medicina cinese. “Siamo il più grande mercato delle erbe mediche del mondo con 1044 tra negozi e laboratori, 185 cliniche che curano anche con l’agopuntura e 207 farmacie 50 delle quali con professionisti laureati in medicina tradizionale, sono appena un quarto del totale perché il corso ufficiale di fitoterapia tradizionale è stato aperto all’Università di Seul solo nel 1980” spiega Kang Min Tae, portavoce dell’associazione delle cure mediche di Kylingt.
Usciti dalla metropolitana alla stazione di Jegi, nel nord della sterminata capitale coreana, si è avvolti dall’odore di erbe decotte per confezionare rimedi contro ogni sorta di malattia. Una griglia di strade è colorata da negozi e bancarelle con foglie, radici, funghi (cinquanta varietà vengono usate per motivi medici). Qui la dinamica Corea smette i panni avveniristici dei suoi business district per ritornare alle origine sciamaniche del popolo mongolo che migliaia di anni fa raggiunse la penisola dalla Siberia.
Il mercato fu inaugurato nel 1393, con la salita al potere della dinastia Joseon, per curare i meno abbienti: i medici erano a disposizione gratuita del popolo. Una iniziativa di grande sensibilità sociale, considerata l’epoca e visto che oggi la ricca quanto liberista Corea del Sud non garantisce l’assistenza medica a tutti i suoi cittadini. Oggi al Kylingt Herbal Market le visite mediche sono gratuite solo nel giorno della luna di maggio quando le strade del quartiere ospitano il (promozionale) festival delle erbe. Il Kylingt ha un enorme giro di affari, in un’area di 71.240 mq lavorano circa 6000 addetti alle cure, alla vendita e al trattamento delle 518 erbe autorizzate per uso medico. In queste strade viene prodotto il 70% dei rimedi fitoterapici coreani. Le erbe arrivano qui fresche per essere seccate o trattate nelle più diverse soluzioni: le più pregiate vengono dalla regione nord-orientale di Gangwong-do, ma anche da altre province e dall’estero. Ogni prodotto in vendita reca l’indicazione del luogo di provenienza della pianta. Da qui molti rimedi vengono esportati in gran parte dell’Asia e il ginseng (la panacea coreana per eccellenza) in tutto il mondo. Il ginseng e molte altre radici vengono usate a scopo più preventivo che curativo: per rafforzare le difese immunitarie.
I medici tradizionali visitano il paziente, ordinano cure a base di erbe, praticano l’agopuntura e prescrivono la dieta da seguire. Perché per i coreani, come per i cinesi (quella coreana è una società basata sui valori confuciani ancor più della Cina), la salute inizia a tavola, dove piccole quantità di carne o pesce sono accompagnate da generose dosi di ortaggi a foglia verde (con funzioni antitumorali), di peperoncino e di salutari radici aromatiche come aglio, zenzero, scalogno, cipollino verde e porro. E il giorno è scandito da infinite tazze di tè verde: le sue foglie contengono vitamine A, C ed E, calcio e ferro. Ricerche di università giapponesi hanno dimostrano che il tè verde rinforza il sistema immunitario, riduce la tensione arteriosa, abbassa il tasso di colesterolo nel sangue, attiva i reni e contrasta infezioni, diabete, tumori allo stomaco e carie dentali. A Kylingt il tè verde è proposto in infinite varietà: da sacchetti di foglie sfuse per pochi spiccioli a confezioni di prodotti rari venduti a 500 euro l’etto.
Ma tra i banchi si scoprono anche prodotti meno scientifici. Grandi sacchetti con sezioni di alveare con tanto di api da immergere in acqua bollente come fossero bustine di tè: curano l’asma e aiutano la circolazione sanguigna. Corna di cervo (provenienti dalla Nuova Zelanda) con proprietà afrodisiache. E decotti per avere figli maschi. Non potrebbe essere altrimenti perché anche la Corea dell’alta tecnologia si trova in Asia, dove la superstizione regna sovrana.
IL GINGSENG
È conosciuto in tutto il mondo per le sue proprietà mediche, ma in Corea dove si produce il migliore ginseng – l’unico con tutti e sedici i principi attivi – è usato fresco (nelle varietà bianca e rossa) anche in cucina, in pasticceria e nell’industria alimentare. Con il ginseng si producono caramelle, gomme da masticare, frullati, bibite, distillati, cioccolato e miele. In cucina si usano le sue radici in piatti tradizionali come lo stufato di pollo e i vari stuzzichini vegetali serviti a inizio pasto. Il suo nome scientifico, Panax gingeng, evidenzia le proprietà mediche ad ampio spettro: è la panacea dell’Estremo Oriente. Ha riconosciute proprietà toniche, stimolanti, afrodisiache, antiossidanti (ritarda l’invecchiamento delle cellule) e antitumorali. Rafforza le difese immunitarie. Rallenta l’irrigidimento delle arterie. Cura impotenza maschile, reumatismi, affezioni epatiche, disturbi del sistema nervoso. Due ricerche, in Canada e Finlandia, hanno dimostrato che riduce la glicemia nei pazienti affetti da diabete senile alimentare. È ideale per riprendersi da stanchezza psicofisica e debilitazione. Per l’uso medico viene preparato in decotti, tinture, tavolette e capsule di radici polverizzate. Il dosaggio va controllato perché chi ne abusa può avvertire tremori, insonnia, emicrania, prurito, tachicardia. È controindicato a ipertesi e ansiosi, alle donne in gravidanza o in allattamento.
Il gingseng appartiene alla famiglia delle Araliacee, come la carota e il sedano, ma si distingue da questi due vegetali per i lunghi tempi di maturazione. In natura il suo seme impiega 18 mesi per germogliare. E la radice viene raccolta dopo sei anni: il tempo minimo per sviluppare tutte le proprietà benefiche. La pianta, originaria dell’Estremo Oriente, cresce spontanea in Siberia, Cina e Corea, ma da decenni è coltivata anche dall’industria farmaceutica negli Stati Uniti. Le città di Punggi e di Geumsan, in Corea del Sud, ospitano tutti gli anni in ottobre il Ginseng Festival, cinque giorni di fiera con spettacoli, decine di stand che espongono tutte le varietà e i prodotti ricavati dal gingseng e una ventina di ristoranti che servono piatti tipici a base di gingseng.
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