giovedì 4 maggio 2017

MIGRANTI E ONG, l'esplosivo dossier di FRONTEX: telefonate scafisti-navi


Nella polemica che infuria su Ong e gestione dei migranti irrompe un dossier di Frontex riportato da alcuni organi di stampa. In questo rapporto, sul quale sta indagando il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, si dice tra le altre cose che "nel 90% dei salvataggi eseguiti dalle navi delle Ong nel 2017, le imbarcazioni coinvolte sono state individuate direttamente dalle Organizzazioni e soltanto in seguito è stata avvisata la Guardia costiera".
Si tratta di un documento riservato di venti pagine, datato 10 aprile, che riporta soprattutto racconti di migranti che testimonierebbero "contatti e telefonate" tra gli scafisti che li hanno messi in mare a rischio della vita e le navi che li hanno salvati. A questi si aggiunge un'analisi di quanto spesso i transponder delle navi umanitarie risultino spenti proprio nel momento in cui rintracciano i naufraghi. La somma di tutte queste risultanze porterebbe all'ipotesi che siano le Ong ad andare a cercare i migranti prima ancora che da questi arrivi una richiesta di aiuto.

Un'ipotesi che le associazioni hanno già rispedito al mittente bollandola come "infamia". In particolare sotto la lente di ingrandimento ci sarebbe l'attività di otto navi "private": la Sea Watch di SeaWatch.org che batte bandiera olandese, l'Aquarius di Sos Mediterraneo/Medici senza frontiere, Sea Eye di Sea Watch.org dall' Olanda, Iuventa di Jugendrettet.org, bandiera olandese, Minden di Lifeboat Project tedesca, la Golfo Azzurro di Open Arms da Panama, la Phoenix di Moas con bandiera del Belize e la Prudence di Medici senza frontiere con bandiera italiana.

"Sono i trafficanti che operano in Libia e la Guardia costiera operativa nell'area di Sabrata e di Az Zawiya a contattare direttamente le navi delle Ong che operano vicino alle acque territoriali libiche" si legge nel rapporto. Frontex sottolinea anche il fatto che questa procedura rende difficile alle autorità italiane l'identificazione dei possibili scafisti perché in questo modo "si mescolano ai migranti".

Guardia Costiera: "Soccorsi Ong sotto il nostro controllo" - Le navi delle Ong operano "sotto il controllo" della Guardia Costiera nell'attività di ricerca e soccorso, ma non per quanto riguarda le rotte e le zone in cui navigare. Lo ha spiegato il comandante generale della Guardia Costiera, l'ammiraglio Vincenzo Melone, in audizione in Commissione Difesa del Senato. "L'affermazione più volte ripetuta dai rappresentanti delle organizzazioni secondo cui le unità navali operano sotto il nostro controllo - ha sottolineato - è corretta. Nella misura in cui, però, si specifica che questo controllo sussiste solo quando si versa in una situazione di soccorso. Tutto ciò che avviene al di fuori dell'intervento di soccorso, il prima e il dopo, non ha alcuna rilevanza ai fini dell'attività Sar".

"Non c'è e non potrebbe esserci - ha ribadito Melone - alcun controllo preventivo o generalizzato da parte della Guardia Costiera sull'attività delle Ong, sulle rotte seguite o sulle zone di mare in cui navigano, salvo per quelle che battono bandiera nazionale".

Inchiesta su Ong anche a Trapani - Sui migranti e le Ong non si sta muovendo solo la Procura di Catania. C'è infatti una inchiesta penale a tutti gli effetti: una organizzazione non governativa è ufficialmente indagata dalla procura di Trapani per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Lo scrive il settimanale "Panorama nel numero in edicola domani. "L'indagine - dice Panorama - viene condotta nel massimo riserbo dalla Polizia di Stato ed è partita dopo una operazione in mare della nave della Ong, che sarebbe entrata in azione senza aver ricevuto un Sos e neppure una richiesta di intervento da parte delle autorità italiane".

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