mercoledì 8 marzo 2017

BREXIT, altro schiaffone della Camere dei Lord alla MAY


LONDRA, 8 marzo - La Camera dei Lord ha approvato un emendamento che mira a vincolare il governo di Theresa May e prevede il diritto di veto da parte del Parlamento sul risultato dei negoziati per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. L'emendamento dovrà passare alla Camera dei Comuni dove l'esecutivo punta a rovesciarlo per garantire l'approvazione senza modifiche della legge per l'attivazione dell'iter della Brexit.
Niente referendum bis, anche "l'assemblea dei saggi" del regno hanno detto no su questo punto, e niente rivincite dopo quello del 23 giugno scorso. Ma via libera a un emendamento che chiede un nuovo voto vincolante delle Camere sul risultato dei negoziati con Bruxelles: di fatto un potere di veto in grado di rispedire a fine corsa la premier al tavolo delle trattative laddove l'accordo di recesso non fosse gradito ai parlamentari.

Lo schiaffone è stato assestato a maggioranza dai banchi rossi della Camera Alta di Westminster, con 366 voti contro 268, a conclusione del dibattito sulla legge destinata a consentire alla May di attivare l'articolo 50 del Trattato di Lisbona innescando così il percorso formale di divorzio (entro due anni) dall'Unione.

Ed è il secondo dopo che la settimana scorsa i Lord avevano accolto un primo emendamento per cercare di strappare a Downing Street un impegno preventivo a garantire i diritti dei 3,3 milioni di cittadini di Ue già residenti nel regno (centinaia di migliaia gli italiani), senza aspettare di imporre quel "principio di reciprocità" che il primo ministro considera imprescindibile.

La sfida del 13 marzo - Ma la partita in effetti non si chiude qui. Entrambi gli emendamenti devono tornare ora alla Camera dei Comuni, a cui spetterà l'ultima parola in quanto unico consesso elettivo. Qui il governo confida di poter rovesciare i giochi, in un solo giorno, il 13 marzo, blindando la sua maggioranza a dispetto di qualche mal di pancia e ritornando allo scarno testo originario della legge: un testo che lascerebbe a lady Theresa e ai suoi ministri - in primis agli euroscettici David Davis, Boris Johnson e Liam Fox - una gestione a mani libere dell'operazione di svincolo dal club dei 28.

"Brexit senza se e senza ma" - Salvo ripensamenti, May insiste sulla volontà di rispettare la propria tabella di marcia e di mettere in moto la macchina prima della fine di marzo. L'obiettivo dichiarato resta quello d'una Brexit senza se e senza ma, addolcita giusto dalle visite che il principe Carlo si prepara a fare con Camilla in vari Paesi (Italia compresa), e il principe William con Kate in altri, per assicurare che il regno "lascerà l'Ue, non l'Europa".

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