martedì 27 dicembre 2016

CASO AMRI, il poliziotto ferito torna a casa a UDINE: Non sono un eroe


Ha potuto passare Natale a casa, coi genitori, Cristian Movio,l’agente scelto che con il collega Luca Scatà ha fermato il terrorista di Berlino. Lui è rimasto ferito ad una spalla ma non vuole essere dipinto come un eroe: "Ho fatto il mio dovere". Ed è ai colleghi che lo hanno dovuto sostituire che rivolge i suoi pensieri: "Dovevo lavorare a Natale". Intanto si alza l'allerta in Italia per il timore di vendette Isis e il Viminale schiera i super poliziotti.

Il ritorno nella sua Udine - Cristian Movio risponde a poche domande che il cronista del Corriere della Sera è riuscito a fargli. Nella sua casa in provincia di Udine ha potuto passare il Natale con la madre Daniela e il padre Giovanni. Non si sente affatto un eroe, ha svolto il lavoro che gli hanno insegnato in Accademia ed è potuto sopravvivere ad un conflitto a fuoco con un terrorista. Di quella sparatoria non dice quasi nulla, dovrà raccontare la sua versione al magistrato che indaga.

Si teme la vendetta dell'Isis - Nel resto del Paese si alza però l'allerta. Ora i poliziotti potrebbero essere un nuovo obiettivo dei terroristi, un po' come accaduto in Francia. "E' la prima volta che un terrorista viene ucciso in Italia e sicuramente una divisa è diventata bersaglio privilegiato. Noi siamo la vetrina dello Stato", lo dice Maurizio Vallone, capo del servizio controllo del territorio del Dipartimento della Pubblica sicurezza, intervistato dal Corsera.

In campo i super poliziotti - Più uomini e mezzi a disposizione: oltre 1.800 agenti e 400 macchine in più al giorno per una spesa che supera i 100milioni di euro al mese. Per garantire la sicurezza saranno messe in campo le Unità operative antiterrorismo. "Si tratta di pattuglie addestrate dai Nocs che si muovono su macchine blindate e con la dotazione di fucili ad alta precisione. Sono sempre su strada e intervengono in caso di emergenza", dice Vallone.

Non agenti in borghese, più divise a fare scudo ai civili - Ma contro la minaccia terroristica non saranno messi in campo più agenti in borghese, anzi. "Vedere le divise serve a rassicurare i cittadini e quindi a far sì che aumenti la percezione di sicurezza. Inoltre riteniamo che la loro presenza sulle strade sia uno strumento per attirare la minaccia e distoglierla dal cittadino indifeso", aggiunge Vallone.

Pronti ad annullare gli eventi pubblici - E saranno le manifestazioni pubbliche, come i concerti in piazza, ad essere messi maggiormente sotto tutela. E se non rispetteranno le indicazioni fornite dal Viminale potrebbero anche essere annullate. I "filtraggi", cioè l'analisi delle persone che partecipano e le barriere anti camion saranno elementi indispensabili per ottenere il via libera.

Poliziotti nel mirino - E Vallone non si nasconde, sa che dopo Sesto San Giovanni i poliziotti sono diventati un obiettivo primario: "Dobbiamo essere particolarmente attenti, prendere tutte le iniziative possibili di autotutela. Non è un caso se le circolari del prefetto Gabrielli riguardano anche le modalità di intervento per il personale fuori servizio. Noi contiamo sulla professionalità di chi effettua i servizi in strada, i nostri uomini hanno il massimo livello di addestramento", conclude Vallone.

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