domenica 25 agosto 2013

A Sant'Omero di Terano arrivano i cacciatori di "lupi mannari"


SANT'OMERO (Teramo) - La cittadina abitata da fantasmi ed anime erranti? Lo si scoprirà a partire dal 7 settembre quando, di sera, arriveranno i gosthbuster italianiMassimiliano Maresca, presidente della Epas porterà il suo team nella cittadina teramana. Il sindaco, Alberto Pompizi, aveva preso contatti con la European paranormal activity society, per individuare ed, eventualmente, cacciare gli spiriti che abitano alcuni luoghi incantati della cittadina. Epas indaghera' all'antico lavatoio chiamato la Fonte Vecchia, punto di approvvigionamento di acqua dove in passato e' stata segnalata la presenza di "lupi mannari"; le grotte della zona di Santa Maria a Vico, la chiesa costruita sui resti di un tempio pagano dedicato ad Ercole e considerata l'unico monumento d'Abruzzo anteriore al Mille quasi perfettamente conservato. 
Sant’Omero è uno dei 12 comuni appartenenti alla Val Vibrata. E’ tra le località più antiche della zona ed anche tra le più importanti. Sorge su una lussureggiante collina verde, spartiacque tra i due fiumi, Vibrata da un lato e Salinello dall’altro. A 209 mt sul livello del mare e a circa 27 km. da Teramo.
La storia di Sant’Omero ha radici antichissime, che si allungano fino all’età preistorica, infatti le prime testimonianze di civiltà nella zona, risalgono proprio a quel periodo. Notevoli sono i luoghi storico-turistici da visitare, e molte le attività di carattere familiare, che offrono ristoro ai turisti.
Le sue origini, forse tra le più antiche della vallata del fiume Vibrata, si hanno grazie ad un ritrovamento di una iscrizione Sabellica su un cono di arenaria, il cosiddetto Cippo Italico, ritrovato nel 1843 proprio sui Colli di Sant’ Omero e ora conservato al museo civico di Teramo, ed alla presenza di strane e misteriose costruzioni che tutti chiamano cisterne, ma il cui esatto uso non è stato ancora accertato.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente i barbari invadono anche questa vallata. Per le continue pressioni dovute ai vari saccheggi, le miti e laboriose genti della Valle trovarono più opportuno spostarsi in terre più riparate e meno esposte alle incursioni. Fu così che gente di Vico lasciando la cittadina semi distrutta, si andò a poco a poco annucleando attorno ad un castello, costruito come primo baluardo di difesa su una collina vicina che prese il nome di Sant’Imerio.Sant'Omero
 La prima notizia storica su Sant’Omero si ha nel 1154 quando la cittadina appare come un centro feudale di una certa importanza, sotto il dominio di un certo Gualtiero di Rinaldo.
Il feudo dopo essere passato di mano in mano a tanti feudatari, nel 1644 viene venduto, insieme a Poggio Morello, a Don Alvaro Alarçon De Mendoza.
Di tale periodo, cessato nel 1806, dopo la caduta del Regno di Napoli con la sconfitta degli eserciti del Re Ferdinando IV, resta in Sant’Omero il vecchio castello feudale, in parte adibito ad abitazione privata con la sua entrata dalle mure di nord-est e il portone pesante di legno ferrato. Resta ancora il palazzotto del feudatario, costruito in varie epoche, con una loggetta medievale e una facciata arieggiante il rinascimento.
Tracce di storia di epoca moderna sono tuttora rintracciabili tra le antiche ruette del centro cittadino, come la sconsacrata e trecentesca chiesa della Misericordia, detta Marchesale, adibita prevalentemente allo svolgimento di conferenze e mostre.
Colpisce per la singolarità una piazza di piccole dimensioni, quasi nascosta tra le vie, intitolata ad un antico signore del luogo di provenienza spagnola (piazza Alvaro De Mendoza).

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