Il ministro delle finanze greco Vaoufakis all'Eurogruppo |
Dalla Commissione – una delle “istituzioni” con cui Atene ha dialogato venerdì e sabato a livello tecnico – fanno sapere di “non essere troppo speranzosi” circa un buon esito del vertice dell’Eurozona di oggi. A parlare è il commissario per l’Euro, Valdis Dombrovskis, che dice che “la flessibilità sulle condizioni è limitata”. A Bruxelles, prima ancora dell’avvio dell’Eurogruppo, si fanno sempre più insistenti le voci di un nuovo incontro straordinario da convocare “tra mercoledì e sabato”. Parrebbe giovedì, a sentire le voci di corridoio, ma il ministro delle Finanze irlandese, Michael Noonan, parla di “venerdì”. Vedremo.
Salari minimi più alti di quelli previsti dall’attuale programma d’assistenza, stop al programma di privatizzazione (in particolare quella del porto del Pireo), revisione degli obiettivi di avanzo primario: questi i punti su cui il governo di Tsipras intende riscrivere le condizioni, a quanto pare però poco gradite agli interlocutori. “Lavoriamo all’estensione del vecchio programma, non ce ne sarà uno nuovo”, sostiene il ministro delle Finanze austriaco, Jorg Schelling. Anche la Francia sulla stessa linea. “Non è il tempo per un nuovo programma”, dice Michel Sapin. Duro anche il responsabile delle Finanze slovacche, Peter Kazimir. “Concordo con chi ritiene che stasera non ci sarà accordo. La questione non è tener conto dei desideri greci, ma di saper tenere conto dei desideri di tutti quanti e trovare un accordo comune”. La pietra tombale su un accordo la mette Wolfgang Schauble. “I colloqui che hanno preceduto questo Eurogruppo sono stati negativi. Quanto sentito finora non rafforza il mio ottimismo sulla Grecia”, sostiene il ministro tedesco, che si dice “scettico” circa la possibilità di chiudere entro oggi. “Non mi è chiaro cosa ha in mente il governo greco, ma conoscete qualcuno a cui è chiaro?”.
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