ROMA - Il governo incassa la fiducia al termine di una lunga maratona notturna: il maxiemendamento alla legge di stabilità ottiene poco prima delle cinque di mattina il via libera del Senato con 162 sì e 37 no. Dopo la lunga maratona, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ringrazia senatrici e senatori per la "lezione di politica agli ostruzionisti". Il Senato ha incardinato in aula la riforma elettorale, la cui discussione generale inizierà mercoledì 7 gennaio. La decisione è stata presa dopo l'approvazione della legge di stabilità.
Proteste accese dalle opposizioni, che accusano il governo di aver presentato un testo pieno di errori: M5S chiede il rinvio in commissione del provvedimento e alla fine non partecipa al voto ("ci chiedete di votare Topolino", attacca Giuseppe Vaccaro) mentre Forza Italia abbandona i lavori dell'Aula di Palazzo Madama. "Non possiamo partecipare - dice il capogruppo azzurro intervenendo in Assemblea - ad una delle pagine peggiori della vita parlamentare italiana". Poi però i senatori azzurri rientrano nell'emiciclo annunciando voto contrario.
Imprecisioni, discrasie, refusi vengono riconosciuti dallo stesso viceministro all'Economia Enrico Morando: "Il governo accetta e si scusa per gli errori commessi anche nella relazione tecnica ma abbiamo cercato di rendere più leggibile il testo". Sotto accusa infatti finisce il dossier che correda la manovra ma anche lo stesso testo del maxiemendamento che, almeno in parte, viene rivisto durante i lavori dell'Assemblea come spiega il presidente del Senato Pietro Grasso: "si tratta - è la tesi - di drafting e la presidenza si assume dunque la responsabilità di fare correzioni".
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