CASTROVILLARI - La Procura di Castrovillari ha chiesto l'archiviazione per i due indagati nell'inchiesta per la morte del calciatore Donato Bergamini. Si tratta dell'ex fidanzata del giocatore, Isabella Ierinò, accusata di concorso in omicidio, e del camionista Raffaele Pisano, per favoreggiamento e false dichiarazioni. Bergamini morì il 18 novembre 1989, investito dal camion guidato da Pisano.
Il calciatore del Cosenza morì il 18 novembre 1989 investito da un camion. A 24 anni dalla morte la Procura di Castrovillari, il 16 maggio 2013, aveva notificato un avviso di garanzia per concorso in omicidio nei confronti dell'ex fidanzata di Bergamini. L'avviso di garanzia era scaturito dalle indagini avviate dalla Procura di Castrovillari ed una serie di perizie realizzate dai Ris e dal medico legale dopo la riapertura dell'inchiesta su richiesta della famiglia Bergamini.
C’era una foto che parla. E’ la foto di Donato Bergamini, un primo piano. Molto stretto. A parte la postura degli occhi, sembra il viso di un addormentato. Con la barba lunga di qualche giorno. Ma quello scatto non è una semplice foto: faceva parte della perizia medico legale effettuata nel gennaio 1990 dal professor Francesco Maria Avato, lo stesso che ha contribuito a far riaprire il caso Pantani.
La foto sembrava far capire, più di tante parole, quanto era poco credibile da subito la tesi del suicidio, un suicido raccontato agli inquirenti dai due testimoni presenti sulla Statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico: Isabella Internò, ex ragazza di Bergamini, e Raffaele Pisano, l’autista del camion. Entrambi furono indagati, la Internò per omicidio volontario in concorso, Pisano per falsa testimonianza, nella nuova inchiesta riaperta dalla Procura di Castrovillari nel 2011.
Il professor Avato fece notare come fosse stato impossibile il trascinamento, come le ferite fosseroconcentrate solo su una parte (il fianco destro) e riconducibili a un sormontamento del camion, vale a dire le ruote fatte passare sopra un corpo steso per terra (e già cadavere come diranno le recenti consulenze, a partire da quella del Ris), Avato per spiegare meglio usa la metafora di un frutto schiacciato ed esploso. E’ quello accaduto alla parte destra del fianco di Bergamini. Ma sul resto del corpo il giocatore non presenta ferite, i vestiti sono intatti, le scarpe ben strette ai piedi, persino le calze sono su. E poi c’era il viso: secondo i testimoni Bergamini si sarebbe buttato a pesce sotto le ruote e poi trascinato. Questo è raccontato agli inquirenti, questo non è mai messo in dubbio nonostante il corpo di uno sfortunato ragazzo dica altro. Gli inquirenti non cambiarono idea neppure dopo l’autopsia di Avato. E ora hanno avuto l’avvallo della procura.
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