venerdì 30 giugno 2017

LONDRA, concesso un po' di tempo in più ai genitori per dire addio a CHARLIE


LONDRA, 30 giugno - I medici del Great Ormond Street Hospital di Londra hanno concesso un po' più di tempo ai genitori del piccolo Charlie Gard da trascorrere col figlio di 10 mesi prima che vengano staccati i macchinari che lo tengono in vita. Lo riporta Sky News.
Non è quindi chiaro quando sarà staccata la spina al neonato di dieci mesi ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra per una rara malattia che secondo i medici è incurabile e lo fa soffrire troppo. Lo hanno annunciato i suoi genitori, Chris Gard e Connie Yates, che hanno perso la battaglia legale arrivata fino alla Corte europea dei diritti umani per portare a proprie spese il bimbo negli Usa e sottoporlo a una cura sperimentale. Sconvolti e addolorati hanno lanciato uno straziante grido d'accusa contro le autorità giudiziarie.
"Noi e soprattutto Charlie siamo stati terribilmente abbandonati lungo tutto il processo - hanno dichiarato i Gard su Facebook - non ci è stato permesso di scegliere se nostro figlio potesse vivere e nemmeno quando e in che luogo dovesse morire". Hanno invece ringraziato i tanti comuni cittadini che hanno dato sostegno allo loro causa, ad esempio donando soldi per raggiungere ben 1,4 milioni di sterline che sarebbero serviti per portarlo negli Stati Uniti e tentare di salvarlo.
Ma non è stato possibile perché uno dopo l'altro i giudici britannici prima ed europei dopo hanno dato ragione ai medici del Regno che di fatto hanno deciso della sorte del piccolo, nonostante l'opposizione dei genitori, e stabilito che deve morire per non soffrire più. I Gard vogliono ora trascorrere le ultime preziose ore con il neonato: "Ci lascerà sapendo di essere stato amato da migliaia di persone". Mentre un portavoce dell'ospedale di Londra ha risposto con un freddo linguaggio burocratico che cercheranno di assistere i familiari in questo difficile momento e che da mesi si preparavano all'evenienza di dover staccare la spina al piccolo.

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