martedì 14 marzo 2017

Era alla "caccia" dei poliziotti che hanno ucciso AMRI il tunisino espulso dall'Italia


ROMA, 14 marzo - Hisham Alhaabiil 37enne tunisino, espulso domenicaera sulle "tracce" dei due poliziotti che hanno ucciso, rispondendo al fuoco, l'attentatore di BerlinoAnis Amri, con cui l'uomo aveva avuto frequenti contatti. Lo rivela Il Messaggero, spiegando come Alhaabi avesse intrapreso una costante ricerca di Luca Scatà e Cristian Movio, soprattutto tramite internet.
Non chiaro quale potesse essere lo scopo del tunisino: forse minacciare i due agenti? O peggio? Sta di fatto che questo è stato uno degli elementi decisivi che hanno portato all'espulsione. Contemporaneamente il procuratore di Roma Francesco Scavo, titolare dell'inchiesta sui presunti collegamenti in Italia di Amri, ha dato mandato di perquisire le abitazioni di alcune delle persone risultate in contatto con l'attentatore di Berlino. Molto il materiale in arabo sequestrato e che ora è al vaglio degli inquirenti.

Il ruolo di Alhaabi - Alhaabi era uno dei contatti presenti nel cellulare di Amri più frequentemente contattato. Il 37enne era però estraneo al giro dello spaccio a cui, in Italia, l'attentatore di Berlino faceva parte. Alhaabi lavorava per un'azienda agricola e viveva in un fabbricato campagna a Borgo Podgora, di proprietà di della compagna di Yacoubi Monstar, altro presunto membro della cellula a cui apparteneva Amri e che nel 2015 e nel 2016 lo aveva più volte ospitato. Alhaabi si era già fatto notare anche prima che il suo nome spuntasse nell'inchiesta collegata alla strage di Berlino: le sue posizioni radicali erano note soprattutto per gli scontri avuti con l'imam moderato di Latina.

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