sabato 2 luglio 2016

STRAGE DI DACCA, nove gli italiani massacrati

Simona Monti, una delle vittime
DACCA, 2 luglio - Sono almeno venti i civili uccisi nell'assalto jihadista al caffè di Dacca, in Bangladesh, liberato stamattina all'alba da un blitz delle forze speciali. Le vittime sono tutte straniere, tra queste nove italiani. "Sono nove le vittime italiane accertate finora", ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Ecco le vittime italiane: sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.
Le autorità di Tokyo hanno annunciato che ci sono sette giapponesi tra le vittime di Dacca, cinque uomini e due donne.
"Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi - ha dichiarato Matteo Renzi - sperando in esiti diversi. Ora un velivolo della Presidenza è in volo verso Dacca. Notizie ufficiali" verranno date prima alle famiglie delle vittime. Davanti alla tragedia dell'estremismo radicale, credo sia il momento in cui l'Italia unita dia un messaggio di dolore e compassione. Piangiamo lacrime di solidarietà e cordoglio, ma è anche il momento di lanciare un messaggio di determinazione:l'Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamo colpiti ma non piegati".
Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro. A Feletto Umberto (Udine), dove l'uomo abitava con la famiglia, la notizia si è diffusa già questa mattina.
Adele Puglisi uccisa a vigilia rientro - Stava per rientrare a casa Adele Puglisi. Probabilmente la cena a cui ha partecipato era per salutare una sua amica, Nadia Benedetti, anche lei uccisa dai terroristi, prima di partire dal Bangladesh per la Sicilia. Il suo rientro a Catania era previsto tra stasera e domani, e suo fratello e i suoi amici si stavano organizzando per accoglierla.
Fratello Tondat, dolore immenso dopo notizia - "Stiamo vivendo un dolore immenso". Lo ha affermato Fabio Tondat, fratello di Marco, l'imprenditore di 39 anni ucciso a Dacca. Marco Tondat era nato a Spilimbergo (Pordenone), ma viveva a Cordovado. "Ci eravamo sentiti ieri mattina - ha riferito il fratello - doveva rientrare in Italia per le ferie e abbiamo concordato alcune cose, lo aspettavo per lunedì. Era un bravo ragazzo, intraprendente e con tanta voglia di vivere". Il fratello di Tondat ha quindi detto che Marco "era partito un anno fa, perchè in Italia ci sono molte difficoltà di lavoro e ha provato ad emigrare. A Dacca era supervisore di un'azienda tessile, sembrava felice di questa opportunità. A tutti voglio dire che quanto accaduto deve far riflettere: non è mancato per un incidente stradale. Non si può morire così a 39 anni".
Amico Benedetti, Nadia era grande imprenditrice - "Era una grande imprenditrice, ha fatto sempre bene il suo lavoro. Dedicarsi al lavoro era la sua fonte di vita, ci dedicava tutto il suo tempo, tutta se stessa. È una tragedia molto grande per noi". Così un amico di Nadia Benedetti ricorda l'imprenditrice viterbese scomparsa nell'attentato di Dacca. "Nadia non era sposata e non aveva figli - dice con un nodo alla gola -. Da più di 20 anni si era trasferita in Bangladesh ma tornava spesso in Italia a trovare i parenti che vivono ancora a Viterbo".
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