ROMA, 9 giugno - Clima teso e palazzo senatorio blindato a Roma in Campidoglio dove questo pomeriggio si è tenuta l'attesa seduta del consiglio comunale per la surroga dei consiglieri che sono stati arrestati nell'ambito dell'inchiesta su mafia capitale."Mafiosi fateci entrare". "Te ne vai si o no". La protesta dei dipendenti della Multiservizi, arrivati con i loro striscioni per partecipare alla seduta dell'assemblea, si è unita a quella delMovimento 5 Stelle, i cui rappresentanti regionali e comunali sono stati ancora bloccati fuori dal portone dell'ingresso della Lupa.
Nel frattempo, questa mattina Marco Vincenzi, presidente del gruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio si è dimesso. "Ho visto due volte Salvatore Buzzi su sua sollecitazione e nel corso degli incontrimi aveva chiesto di intercedere per far ottenere fondi ad Ostia. Una richiesta alla quale non ho dato alcun seguito". Vincenti ha spiegato che "non corrispondono nel modo più assoluto a verità e sono destituite di fondamento, quindi, le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra. Di conseguenza, e lo sottolineo per evitare qualsiasi fraintendimento, non possono essere stati approvati in Consiglio regionale emendamenti del sottoscritto per elargire fondi ad Ostia, agli altri municipi della Capitale o al comune di Roma".
Il Campidoglio è intanto al centro di una nuova inchiesta giudiziaria. Cinque persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza in un'operazione disposta dalla Procura della Repubblica capitolina nel settore degli appalti pubblici e di contrasto alle frodi fiscali. L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Roma nei confronti di 6 persone (una però è recentemente deceduta), tra i quali un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale che avrebbe favorito un imprenditore nell'iter procedurale per l'aggiudicazione di gare pubbliche. Tra le gare "truccate" scoperte dalla Finanza, c'è quella relativa al restauro dell'aula Giulio Cesare del palazzo Senatorio, aula dove si riunisce il consiglio comunale della Capitale, che è stata affidata a trattativa privata all'imprenditore, risultato coinvolto anche nell'inchiesta "mafia capitale".
Nessun commento:
Posta un commento