giovedì 3 agosto 2017

IUVENTA, traffico di migranti e odio per la Guardia costiera


Prelevavano i migranti dai trafficanti di esseri umani e manifestavano chiaramente l'ostilità per la Guardia costiera italiana. Questo emerge dalle 147 pagine del decreto di sequestro preventivo della Iuventa, disposto dal gip Emanuele Cersosimo. Quella scritta fotografata sulla prua "Fuck Imrcc" (Italian maritime rescue coordination centre) è un chiaro esempio di tale atteggiamento. Oltre al saluto d'intesa agli scafisti di qualcuno a bordo della Iuventa.
Le intercettazioni rivelano insomma una situazione allarmante sul fronte Ong e complicità con la guardia costiera libica. Sulla Iuventa c'erano alcune persone dell'euipaggio che davano una mano agli scafisti a riportare indietro i gommoni per poi poterli utilizzare nuovamente per i trasbordi, scrive il gip.

"Gli operatori hanno consentito a non meglio individuati soggetti - si legge sul decreto - operanti al confine con le acque territoriali libiche di recuperare 3 imbarcazioni utilizzate dai migranti per la partenza da quelle coste, una delle quali poi certamente riutilizzata il successivo 26 giugno per un nuovo sbarco". E poi c'è una foto con le due barche dei trafficanti legati con una cima dagli uomini della Iuventa.

I contatti con i trafficanti - Proprio le immagini, scattate da un agente infiltrato in un'imbarcazione vicina, sembrano fugare qualsiasi dubbio, come dicono le carte. "Dapprima si incontravano in acque internazionali con trafficanti libici a bordo delle rispettive imbarcazioni, quindi facevano momentaneo ritorno presso la motonave Iuventa (mentre i trafficanti libici si dirigevano nuovamente verso le acque libiche) e, da ultimo, si incontravano nuovamente con i trafficanti libici che questa volta scortavano un'imbracazione con a bordo dei migranti che venivano poi trasbordati sulla motonave Iuventa".

Le persone venivano recuperato, d'accordo con i trafficanti, anche a poco più di un miglio di distanza dalla Libia. E poi ci sono gli scafisti e gli operatori Ong che salutano l'agente che ha catturato le immagini decisive per l'operazione.

Le intercettazioni e la bandiera libica sull'albero - Da un'intercettazione si sente un operatore di Save the children che dice: "Se tu prendi la roba da loro, c'è una complicità tra te e loro. Lei se li va a prendere, te li porta a te e tu li riporti indietro". E poi, c'è l'episodio del 26 giugno: sull'albero di poppa della nave viene issata la bandiera libica. Con un'altra intercettazione di una donna della Iuventa che dice che non intende consegnare "alla polizia materiale video fotografico relativo ai soccorsi e immagine di soggetti che conducono imbarcazioni di migranti in quanto potrebbero essere arrestati".

Stipendi da 10mila euro - Si arriva poi anche agli stipendi stellari, che emergono dalle intercettazioni dei due operatori di Save the children. "Eh sì - dice uno di loro - cioè uno che va il volontario che si piglia 10mila euro mi sembra...". E ancora: "Tipo quelli là, quelli erano banditi del mare non soccorritori. Hanno fatto più morti loro che loro da soli coi gommoni". Per concludere con il "vero e proprio rendez vous tra operatori Iuventa e presunti scafisti per la consegna di alcuni migranti".

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