NAPOLI, 11 novembre - Vincenzo De Luca, indagato per concussione per induzione dalla procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla sospensione degli effetti della legge Severino nei suoi confronti, si difende dalle accuse: "Sostengo pienamente l'azione della magistratura: io sono parte lesa, come l'istituzione che rappresento". Il governatore della Campania ha poi aggiunto di non conoscere Guglielmo Manna, coinvolto nell'indagine con la moglie, il giudice Anna Scognamiglio.
"Massacro mediatico segno di barbarie". De Luca sarebbe stato minacciato di una sentenza sfavorevole, se non avesse accettato le richieste del marito della giudice Scognamiglio.
Il presidente campano ha affermato che in Italia esiste "una consolidata abitudine al massacro mediatico di persone e istituzioni" e che questo rappresenta "un segno di barbarie nel nostro Paese, un oltraggio allo Stato di diritto e alla Costituzione". Su questo fronte, ha aggiunto, "per troppi anni si è finto di non vedere che cresce una realtà mostruosa".
"Da Napoli lanciamo una sfida di trasparenza" - E ancora: "A Napoli le paludi della clientela politica e del malaffare sono prosciugate. Da qui lanciamo a tutta Italia la sfida della correttezza e del rigore amministrativo spartano". Ricordando che al centro dell'inchiesta della Procura di Roma c'è la promessa di una nomina nella sanità campana, peraltro mai realizzata, a vantaggio del marito di un magistrato, De Luca sottolinea che "specie nella sanità" le prime scelte della nuova amministrazione regionale vanno invece nel segno della trasparenza.
"E' finita la Regione delle clientele politiche. Le nomine sono state istruite dall'ufficio di gabinetto e io non conosco nessuno di coloro che sono stati chiamati a incarichi di direzione. E' cambiato tutto, e cambierà ancora di più".
Nessun commento:
Posta un commento