sabato 21 novembre 2015

"Not in my name", musulmani in piazza a ROMA e a MILANO



ROMA, 21 novembre - n piazza Santi Apostoli a Roma si sta svolgendo la manifestazione nazionale 'Not in my name' delle comunità islamiche contro il terrorismo e le stragi di Parigi. "Non abbiate paura di noi", grida una manifestante. "L'Isis è un cancro del corpo islamico. Quello che hanno fatto è un attacco contro la comunità intera". È uno dei cartelli portati alla manifestazione. "È giusto, è così", commenta un marocchino che vive a Roma.
Per tutte le vittime di terrorismo è stato osservato un minuto di silenzio all'inizio della manifestazione. Dal palco del sit in è stata espressa "condanna netta contro tutti i terrorismi, quelli di Parigi sono stati drammatici. Noi siamo pronti per collaborare con le istituzioni per difenderci".
"I musulmani onesti denunciano l'abuso della nostro religione per la violenza". Lo dice l'Imam Pallavicini, vicepresidente del Coreis, Comunità religiosa islamica italiana, tra i promotori della manifestazione.
"Il messaggio è chiaro: il terrorismo non può continuare a colpireovunque in nome dei musulmani. Da Roma vogliamo che tutto il mondo ci ascolti". Così il segretario del Centro islamico della Grande Moschea della capitale Abdellah Redouane sintetizza il senso di "Not in My Name".
Alcune centinaia di manifestanti si sono riuniti in piazza san Babila, a Milano, per partecipare al presidio 'Not in my name' organizzato dal Caim (Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza-Brianza) ''e da altre 87 associazioni islamiche'' come ha spiegato Davide Piccardo, coordinatore del Caim. Il presidio è incominciato intorno alle 15. ''No al terrorismo sì alle moschee - ha detto Piccardo parlando con i giornalisti - con il riconoscimento delle moschee ci sarebbe maggiore sicurezza per tutti. Non c'e' spazio per il terrorismo e questa escalation di violenza ci preoccupa molto''. ''La islamofobia - ha aggiunto - crea tensione e invece avremmo bisogni do convivenza e dialogo''.
"Siamo soddisfatti della partecipazione, che è il miglior modo per far capire che siamo contro ogni forma di violenza'' ha spiegato Davide Piccardo, portavoce del Caim. ''E' fondamentale - ha aggiunto - il riconoscimento dei luoghi di preghiera. Ce ne sono 700, di cui 695 informali. Come possiamo istruire i nostri giovani ai valori dell'Islam in questo modo?". Sul palco in piazza San Babila si sono alternati i rappresentanti delle altre associazioni islamiche. Brahim Baya, portavoce dell'Associazione Islamica delle Alpi, ha dichiarato: "no ai seminatori di odio e no al terrorismo, noi musulmani siamo cittadini di questo Paese e dobbiamo essere rispettati. I musulmani sono le prime vittime dei criminali dell'Isis".

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