giovedì 16 agosto 2012

I Paesi BRIC (Brasile, Russia India e Cina) nuova linfa per il rurismo italiano


VENEZIA- “L’andamento del turismo mondiale e nazionale si sta dimostrando una sorta di termometro sulle condizioni di salute dell’economia e del reddito nei singoli Paesi. Dobbiamo tenerne conto, perché gli Stati dove l’economia cresce ‘generano’ turismo, che diventa per noi una possibile fonte di reddito diffusa nel territorio”. Lo ha ribadito l’assessore al turismo del Veneto Marino Finozzi, secondo il quale “non ci si può mai fermare sui risultati raggiunti, a fronte di una offerta mondiale che cresce e che propone prezzi sempre più competitivi per attirare la potenziale clientela. Su questo non possiamo restare indietro, sapendo nello stesso tempo che dobbiamo anche essere sempre più appetibili per i nostri tradizionali mercati, a partire da quello dell’area tedesca, che da solo significa un quarto dell’intero movimento turistico che sceglie la nostra Regione”.
Il ragionamento ci riporta ai cosiddetti Paesi BRIC, acronimo che sta per Brasile, Russia, India e Cina: stati ed economie che continuano a crescere nonostante la crisi mondiale e i cui abitanti aumentano le potenzialità di reddito e dunque di spesa turistica. “Secondo i dati di Banca d’Italia elaborati dal CISET – fa presente Finozzi – sono quasi 500 mila i viaggiatori dei paesi BRIC che oggi scelgono il Veneto, tra le prime regioni visitate assieme a Lazio, Toscana (soprattutto i brasiliani e i cinesi), Emilia Romagna (specialmente i russi), Lombardia (più appetita dagli indiani e dai cinesi), per una spesa totale valutabile in 237 milioni di euro. Si tratta del 5 per cento di tutta la spesa del turismo internazionale nel Veneto, ma rappresenta quasi il 17% del totale nazionale: dunque un percentuale significativa che possiamo e dobbiamo fare crescere”. Tra gli ospiti provenienti dall’area BRIC, i più “generosi” sono certamente i turisti russi, che stanno animando alcune delle nostre più famose località, anche in montagna, e che spendono complessivamente 145 milioni di euro, pari al 61% del totale. I brasiliani si collocano al secondo posto, con 41 milioni (il 17,5%), gli indiani al terzo con 28 milioni (l’11,8%). Ultimi i cinesi, più risparmiosi con 22,6 milioni (il 9,5%). I dati di presenza del 2011 ci dicono che i russi hanno totalizzato 724.129 pernottamenti nel Veneto, con una crescita del 33,7 per cento rispetto al 2010, mentre da gennaio a maggio di quest’anno l’aumento è di un ulteriore 19,8 per cento. I turisti cinesi hanno totalizzato nel 2011 508.449 (+45,5 sul 2010; +18,3 nei primi cinque mesi del 2012). Gli indiani hanno totalizzato nel 2011 148.816 presenze (+27,2 per cento sul 2010, ulteriormente cresciuti del 4,5 nei primi 5 mesi dell’anno corrente). I turisti brasiliani, infine, hanno generato 370.338 pernottamenti (+34 per cento rispetto all’anno precedente, con una ulteriore crescita del 9,1 per cento tra il gennaio e maggio di quest’anno).
“Questo lo stato di fatto attuale, a fronte del quale la prospettiva è data da una crescita continua e a due cifre dei pernottamenti annuali, dove la quota del Veneto sul totale nazionale della spesa per vacanza – conclude Finozzi – è del 15 per cento per i turisti provenienti dal Brasile, del 18 per cento per i russi, del 25,4 per cento gli indiani e del 10 per cento”.

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