ROMA, 19 giugno - Si sono aperti alle 7, e chiuderanno alle 23, i seggi per i ballottaggi delle elezioni amministrative. In palio ci sono la guida di 126 comuni (tra cui alcune grandi città come Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna) ma anche gli equilibri tra gli schieramenti e all'interno dei partiti. La partita, comunque finisca, sarà dunque letta come cartina tornasole dei rapporti di forza sulla scena politica. Al voto sono chiamati 8,6 milioni di italiani.
ROMA, 19 giugno -
Il premier Matteo Renzi ha puntato a derubricare l'appuntamento elettorale a contesa locale, rinviando la sfida su governo e leadership al referendum istituzionale di ottobre, gli altri protagonisti sperano di incassare ai seggi vittorie utili a conquistare o riconquistare più spazio anche a livello nazionale.
E' il caso del M5S, che conta di far diventare Virginia Raggi sindaco di Roma e non nasconde di sperare che Chiara Appendino batta Piero Fassino a Torino cancellando gli oltre dieci punti di distacco. Ma anche di Forza Italia: se Stefano Parisi riuscisse a mettere KO il renziano Beppe Sala, gli azzurri potrebbero infatti rivendicare di aver avuto ragione a puntare su un candidato moderato contro la strategia Meloni-Salvini, che nella capitale non è riuscita a imporsi nonostante i buoni risultati della leader di Fratelli d'Italia.
Qualora il partito democratico, oltre alla capitale che in molti danno per persa ma su cui i vertici Dem non perdono la speranza, non riuscisse infatti a mantenere il comando degli altri capoluogo chiave come appunto Milano e Torino (a Napoli si da' per scontata la riconferma di Luigi De Magistris mentre a Bologna la vittoria del centrosinistra con Virginio Merola e a Trieste del centrodestra con Roberto Dipiazza) è facile immaginare che anche la resa dei conti interna tra maggioranza e minoranza si accelererebbe.

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