SYDNEY - L’Australia ha esortato i suoi viaggiatori a non fare richieste frivole alle ambasciate, evidenziando esempi come quello di un uomo che ha chiesto ai funzionari in Thailandia fondi per pagare una prostituta. Tra le altre richieste strane, un australiano ha chiesto al personale dell'ambasciata di aiutarlo a far sloggiare una faina da un tetto nella località di vacanza dove si trovava.
Il ministro degli Esteri, Julie Bishop, ha detto che alcune ambasciate attraggono "parassiti seriali” che tornano più volte con richieste strane.
Circa 15.000 viaggiatori australiani hanno chiesto aiuto lo scorso anno. Annunciando una serie di nuove misure, la signora Bishop hanno elencato una serie di richieste che erano state respinte dalle ambasciate australiane nel corso dell'anno passato. "Il nostro personale consolare non è lì per pagare le riparazioni al tuo jet ski - ha detto - "Sono lì per darvi l’uso di un computer portatile o peri fornire spazi per uffici in ambasciata per il vostro lavoro."
Il personale del Dipartimento affari esteri ha anche riferito di una turista di che aveva aiuto per curare i suoi cani mentre lei era in viaggio. Tra gli altri esempi offerti dai funzionari è stato il caso di un uomo che all'ambasciata australiana a Bangkok aveva chiesto un prestito per contribuire a pagare una prostituta thailandese. Richieste di questo tipo sono comuni in quell’ambasciata, ha detto Anita Downey, un alto funzionario del Dipartimento degli affari esteri e del commercio dell'Australia.
La missione di Bangkok riceve il maggior numero di richieste di assistenza, seguite da Bali, Manila, Los Angeles e Dubai.
Le nuove misure comprendono una politica di aiuto consolare selettiva o limitata a persone che siano in difficoltà. La Bishop ha aggiunto: "Alla maggior parte delle nostre ambasciate si rivolgono persone che arrivano perché sono a corto di soldi o hanno altri problemi personali o sperano che le squadre consolari risolvano per loro i problemi che hanno”. E non è naturalmente i ruolo di assistenza che le ambasciate sono chiamate a svolgere per i propri connazionali all’estero.
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