NOSY BE - La spiaggia di Ambatoloaka, dove è avvenuto il linciaggio |
Lo ha dichiarato all'Afp il capo del distretto Malaza Ramanamahafahy. "Ho visto il suo passaporto, ha la nazionalità italiana", ha assicurato. La notizia è stata poi confermata anche dalla Farnesina. Il delitto è avvenuto sulla spiaggia di Ambatoloaka, la più nota di Nosy Be, dove è improbabile che un trafficante d'organi vada a prendere il sole, dopo aver ucciso un bambino. Invece la follia si è scatenata alla caccia dei responsabili di atti di stregoniera sul corpo del bambino, individuati nei due stranieri e in un cittadino malgascio, ucciso poco dopo.
Roberto Gianfalla, era partito anni fa dal capoluogo siciliano. E in città, secondo alcuni suoi conoscenti, non avrebbe più alcun parente stretto. Il padre è morto da tempo e una sorella e un fratello vivono inFrancia. Gianfalla era separato dalla moglie e padre di due figli. Una di loro abiterebbe in Toscana. "A Palermo viveva come un vagabondo - ricorda il gioiellerie Tullio Marceca che ha un negozio in via Meli - abitava in una casa diroccata in un vicolo qui vicino. Era un ragazzo buono, ma a volte perdeva il controllo. Noi lo abbiamo aiutato parecchie volte. Gli abbiamo comprato, cibo e vestiti e anche un fornellino a gas per cucinare". "Era disoccupato - aggiunge - e una volta gli trovai un lavoro in una pizzeria, vicino al mercato della Vucciria. Ma dopo un mese mollò perché diceva che era un mestiere troppo faticoso". "Anche il padre di Roberto abitò in Francia - aggiunge Marceca - con Gianfalla ci scambiavamo messaggi su Facebook e le ultime volte che ho avuto sue notizie mi disse che sarebbe andato in Madagascar".
L'altro uomo ucciso, Sebastien Judalet, sarebbe invece entrato in Madagascar il 15 settembre con un visto turistico per 60 giorni. Il documento mostra che ha fatto frequenti visite nel Paese.
Roberto Gianfalla, era partito anni fa dal capoluogo siciliano. E in città, secondo alcuni suoi conoscenti, non avrebbe più alcun parente stretto. Il padre è morto da tempo e una sorella e un fratello vivono inFrancia. Gianfalla era separato dalla moglie e padre di due figli. Una di loro abiterebbe in Toscana. "A Palermo viveva come un vagabondo - ricorda il gioiellerie Tullio Marceca che ha un negozio in via Meli - abitava in una casa diroccata in un vicolo qui vicino. Era un ragazzo buono, ma a volte perdeva il controllo. Noi lo abbiamo aiutato parecchie volte. Gli abbiamo comprato, cibo e vestiti e anche un fornellino a gas per cucinare". "Era disoccupato - aggiunge - e una volta gli trovai un lavoro in una pizzeria, vicino al mercato della Vucciria. Ma dopo un mese mollò perché diceva che era un mestiere troppo faticoso". "Anche il padre di Roberto abitò in Francia - aggiunge Marceca - con Gianfalla ci scambiavamo messaggi su Facebook e le ultime volte che ho avuto sue notizie mi disse che sarebbe andato in Madagascar".
L'altro uomo ucciso, Sebastien Judalet, sarebbe invece entrato in Madagascar il 15 settembre con un visto turistico per 60 giorni. Il documento mostra che ha fatto frequenti visite nel Paese.
Circa 700 cittadini francesi risiedono a Nosy Be. L'ambasciata di Francia ha chiesto la loro protezione. Nasy Be è una celebrata località turistica, frequentata anche da italiani, dove ci son state recentemente tensioni dovute alle prossime elezioni politiche.
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