GENOVA - La rivoluzione nei ristoranti italiani, ma nella fattispecie genovese potrebbe partire dal conto. Come? Con l'addio al costo del coperto, al sovrapprezzo per pane e servizio al tavolo, per la gioia clienti e turisti. Una proposta che già timidamente era arrivata dai vertici Expo e che, inspettatamente, per abusare di un luogo comune, pare essere colto proprio dalla città meno prodiga. Giorgio Bove, presidente dell'associazione ristoranti Fepag-Ascom Genova, si rivolge a tutto il settore per dare un segnale concreto in un periodo di difficoltà generale: "E' un balzello che esiste solo in Italia, ormai dalla notte dei tempi, a cui i clienti non fanno più caso ma che gli stranieri non concepiscono - spiega a Repubblica -. Quando si vedono arrivare il conto, protestano perché non riescono a capire cosa devono pagare oltre ai piatti scelti dal menù. Nel Nord Europa il pane si paga a parte e il servizio è già compreso ma qui ognuno fa di testa propria, non esiste una normativa specifica".
Così chi decide di andare a cena fuori mette in già in conto che ancor prima di ordinare dovrà sborsare mediamente da 1,50 a 3 euro a persona per il servizio , sia per mangiare una pizza su una tovaglia di carta che per sorseggiare un aperitivo di benvenuto vista mare. L'iniziativa era già stata provata dai locali genovesi qualche anno fa, ma gli effetti inattesi della crisi l'avevano subito bloccata. Oggi ci riprovano, più determinati: "Se aderissero tutti i ristoranti, sarebbe un segnale forte in un periodo così critico per il nostro settore - continua Giorgio Bove - Per molti poter andare a cena fuori è diventato un lusso e, comunque, anche chi può ancora permetterselo spende sempre meno. Ormai si ordina solo una portata e si beve un caffè, quelli che fanno un pasto completo sono diventati l'eccezione. Dobbiamo fare qualcosa per rimettere in moto il mercato".
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