giovedì 22 giugno 2017

SICCITA', manca l'acqua a Parma e Piacenza: dichiarato stato di emergenza


PARMA, 22 giugno - Manca l'acqua a Parma e Piacenza e il Consiglio dei ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio delle due Province. La crisi idrica è dovuta a un lungo periodo di siccità a partire dall'autunno 2016, aggravato dalle elevate temperature estive e dai rilevanti afflussi turistici che hanno determinato un considerevole aumento delle esigenze idropotabili.
Otto milioni e 650 mila euro per affrontare l'emergenza siccità nei territori di Parma e Piacenza, ulteriori deroghe alle norme nazionali per assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione (anche mediante autobotti) e per potenziare l'approvvigionamento di acqua con interventi strutturali. E' questa la dotazione della dichiarazione di stato d'emergenza del consiglio dei ministri, che ha accolto la richiesta della Regione, per la crisi idrica. Per rispondere all'emergenza siccità nei campi e per garantire acqua potabile in tutta la regione è stata convocata anche una riunione con i rappresentanti dei Consorzi di bonifica, le associazioni degli agricoltori, i gestori del servizio idrico integrato, Atersir e Arpae per illustrare nel dettaglio le procedure semplificate per le deroghe ai prelievi di acqua, superando i limiti del cosiddetto "deflusso minimo vitale" dei fiumi.
Ministero Ambiente: la situazione monitorata dagli Osservatori idrici. Problemi in Val Padana, Alpi est, Lazio e Sardegna. "Desta una forte preoccupazione la situazione delle province di Parma e Piacenza - spiega il Ministero -. Analoghi problemi potrebbero esserci per l'approvvigionamento idropotabile dell'Emilia orientale e della Romagna". Nell'Italia centrale, "la situazione più delicata è certamente quella che coinvolge la città di Roma ed i comuni limitrofi, collegata, in particolare, con la condizione del lago di Bracciano, il cui livello, a fine maggio, era di +5 cm sullo zero idrometrico". In Sardegna "l'anno in corso si presenta essere il più siccitoso registrato dall'inizio delle osservazioni nel 1922. I tre mesi marzo-aprile-maggio fanno registrare deficit intorno al 70% per tutte le aree, con punte prossime al 90% per Gallura e Flumendosa". "La situazione idrica nazionale e la gestione pro attiva che della stessa stanno facendo gli Osservatori distrettuali - afferma il Ministro Gian Luca Galletti - ci conferma, ancora una volta, la lungimiranza dell'azione intrapresa da questo Ministero, che ha creato, in tempi record, su tutta Italia, tali Organismi di gestione partecipata delle risorse idriche".

La situazione è dunque critica anche in altre parti d'Italia. In Piemonte cala il livello del Po, -65% del valore medio mensile storico calcolato per il periodo. Nella regione scarse precipitazioni, temperature elevate e fusione anticipata della neve stanno influenzando in modo negativo i deflussi superficiali dei corsi d'acqua. Lo rileva l'Arpa Piemonte, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale. 
A Roma il sindaco Virginia Raggi chiede di limitare l'uso superfluo di acqua. L'ordinanza limita l'uso per annaffiare orti e giardini, riempire piscine, lavare auto e resterà in vigore fino a settembre sull'intero territorio di Roma Capitale. Il provvedimento consente l'uso di acqua potabile per usi domestici e sanitari, inclusi i servizi pubblici di igiene urbana. Acea e vigili urbani faranno controlli per verificare il rispetto del provvedimento.
Nell'Avellinese, le contrade rurali sono da 4 giorni a secco. L'emergenza idrica è causata da una serie di guasti ad impianti di sollevamento e linee adduttrici gestiti dall'Alto Calore Servizi. In quasi tutto il territorio provinciale continuano le chiusure programmate che vanno dalle 21 alle 6 del mattino per consentire di riportare il livello dei serbatoi ad una soglia sufficientemente operativa ma i disagi continuano.
Coldiretti: quasi un miliardo di danni all'agricoltura. Tra la provincia di Parma e quella di Piacenza si coltiva 1/4 del pomodoro da conserva Made in Italy duramente colpito dalla siccità, ma a soffrire è l’intero bacino idrografico del Po dal quale dipende il 35% della produzione agricola nazionale. Secondo l'associazione, inoltre, è anche stress da caldo per gli animali nelle fattorie dove le mucche che con le alte temperature stanno producendo fino al 20% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali.

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