e il medico decide quindi di rifiutarsi, un altro medico della stessa struttura dovrà intervenire per far rispettare le disposizioni del paziente. La Camera mercoledì ha approvato i primi due articoli della legge sul testamento biologico, il cuore del provvedimento, che introduce in Italia il divieto all'accanimento terapeutico e il riconoscimento del diritto del paziente di abbandonare totalmente la terapia.
Mancano ancora una ottantina di votazioni. Ed è già polemica sulle prospettive che si potranno aprire in termini di obiezione di coscienza. L'articolo 1, passato con 326 voti a favore, regola il consenso informato del fine vita. Hanno votato contro Forza Italia e Alternativa popolare, a favore il Pd, M5S e Mdp. In base al testo "il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico". Inoltre, "nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure".
Nel testo resta un'altra norma dal forte impatto: le cliniche private, ed in particolare quelle cattoliche, convenzionate con il sistema sanitario nazionale, non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall'applicazione delle norme sul biotestamento "non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi". L'Aula della Camera infatti ha respinto a scrutinio segreto l'emendamento di cui era primo firmatario Gian Luigi Gigli volto ad evitare penalizzazioni "nei rapporti che legano" quelle strutture al Sistema sanitario nazionale.
Avanza così dopo anni di ostacoli il provvedimento dopo più di 10 anni dalla morte di Pier Giorgio Welbyla, e il clamore degli italiani andati in Svizzera con Marco Cappato e Mina Welby, indagati per istigazione al suicidio. La prima parte riguarda il consenso informato del paziente cosciente, e quindi capace di esprimere direttamente le proprie volontà sulle cure; la seconda parte le Dat, direttive anticipate di volontà.
Fra i punti più delicati e discussi c'è quello che riguarda nutrizione e idratazione artificiali: le società scientifiche ritengono sia un atto medico mentre per i cattolici non andrebbe interrotto mai.
Mancano ancora una ottantina di votazioni. Ed è già polemica sulle prospettive che si potranno aprire in termini di obiezione di coscienza. L'articolo 1, passato con 326 voti a favore, regola il consenso informato del fine vita. Hanno votato contro Forza Italia e Alternativa popolare, a favore il Pd, M5S e Mdp. In base al testo "il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico". Inoltre, "nel caso di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure".
Nel testo resta un'altra norma dal forte impatto: le cliniche private, ed in particolare quelle cattoliche, convenzionate con il sistema sanitario nazionale, non potranno chiedere alle Regioni di essere esonerate dall'applicazione delle norme sul biotestamento "non rispondenti alla carta di valori su cui fondano i propri servizi". L'Aula della Camera infatti ha respinto a scrutinio segreto l'emendamento di cui era primo firmatario Gian Luigi Gigli volto ad evitare penalizzazioni "nei rapporti che legano" quelle strutture al Sistema sanitario nazionale.
Avanza così dopo anni di ostacoli il provvedimento dopo più di 10 anni dalla morte di Pier Giorgio Welbyla, e il clamore degli italiani andati in Svizzera con Marco Cappato e Mina Welby, indagati per istigazione al suicidio. La prima parte riguarda il consenso informato del paziente cosciente, e quindi capace di esprimere direttamente le proprie volontà sulle cure; la seconda parte le Dat, direttive anticipate di volontà.
Fra i punti più delicati e discussi c'è quello che riguarda nutrizione e idratazione artificiali: le società scientifiche ritengono sia un atto medico mentre per i cattolici non andrebbe interrotto mai.
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