venerdì 28 aprile 2017

MIGRANTI e ONG, indagavano anche gli 007 stranieri


CATANIA, 28 aprile - Le prove richieste al pm di Catania Carmelo Zuccaro sui presunti legami tra Ong e scafisti non sono utilizzabili in Italia, in quanto intercettazioni realizzate dai servizi segreti tedeschi e olandesi. I documenti non sono stati infatti acquisiti secondo le regole della procedura penale del nostro Paese. Ma l'indagine di Zuccaro poggia anche su un altro dato: la presenza "fissa" di 13 navi nel Mediterraneo con contatti e finanziatori "sospetti".
Come riporta La Stampa, l'intelligence del Nord Europa hanno monitorato per mesi rotte e comunicazioni da e per la Libia attraverso le navi militari del Eunavformed-Sophia e alcuni natanti "fantasma". Tali documenti sono arrivati al vaglio della Procura di Catania tramite Frontex, ma non hanno valore di evidenza poiché non hanno ricevuto l'autorizzazione preventiva di un magistrato.

Intercettazioni in Libia "Le barche sono in mare, intervenite" - Una situazione "assurda" secondo Zuccaro, che ha ribadito "l'esistenza di atti che documentano i contatti" tra imbarcazioni umanitarie e trafficanti. "Alcuni natanti delle Ong - ha dichiarato Zuccaro - superano i confini delle acque internazionali, disattivano i segnalatori di posizione e ricevono chiamate dalla Libia in cui si dice: 'Stiamo per mettere in mare i gommoni, intervenite".

Le imbarcazioni sospette - I sospetti sulle imbarcazioni impegnate nel Mediterraneo sono stati avanzati, nel marzo 2016, anche dal generale dello staff militare Ue, Wolfgang Wosolsobe. Quest'ultimo, come riporta Il Messaggero, in un'audizione a porte chiuse al Parlamento inglese rivelò che i migranti ricevevano "istruzioni su come evitare di fornire informazioni alla polizia italiana da almeno una delle Ong" operanti nelle tratte mediterranee. I sospetti riguarderebbero in tutto 13 imbarcazioni, impegnate anche per conto di Msf e Save the Children.

Per far luce su questi retroscena, hanno avviato le indagini tre Procure tra cui quella di Catania. Gli imprenditori e i finanziatori di organizzazioni come Sea-Eye, Life Boat e Sea-watch hanno negato ogni violazione delle leggi, affermando che le loro navi non invadono le acque territoriali libiche. Zuccaro, dal canto suo, ribadisce la convinzione di contatti tra alcune Ong e gruppi di scafisti e che alcuni natanti stacchino i trasponder per non essere localizzati.


Il caso al CSMl caso del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha più volte parlato di collusioni tra ong e trafficanti di esseri umani, arriva al Csm. Il vicepresidente, Giovanni Legnini, ha infatti dichiarato che "dopo aver sentito i capi di corte e il presidente della prima commissione, Giuseppe Fanfani, sottoporrò il caso all'esame del comitato di presidenza alla prima seduta utile fissata per mercoledì 3 maggio".
Strumentalizzazioni sulle parole del procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro "sicuramente ci sono: quando si fanno queste discussioni, è inevitabile", ma "non ci preoccupiamo di questo, facciamo i processi", ha commentato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. - "Di Maio mi dice che non appoggio il procuratore? Sto dicendo esattamente il contrario, spero che la procura di Catania lavori, lavori rapidamente, e porti rapidamente a casa dei risultati".

Di Maio ribadisce: sostenere Zuccaro - "Il procuratore Zuccaro va sostenuto, non isolato e sottoposto a provvedimento disciplinare del Csm". Lo scrive Luigi Di Maio (M5s), vicepresidente della Camera, su Twitter, rilanciando anche un suo intervento sul blog di Beppe Grillo sullo stesso argomento. "Massimo rispetto - scrive Di Maio sul blog - per il procuratore Zuccaro che denuncia un fatto gravissimo: ONG che potrebbero essere state finanziate dai trafficanti, oggi il Ministro della Giustizia e il Ministro dell'interno minimizzano o mettono in dubbio questo allarme. Ma in che razza di Paese viviamo? Un governo serio - prosegue - dovrebbe mettersi a disposizione di quel magistrato fornendogli tutti gli strumenti per arrivare alla verità".

Intanto il Codacons ha depositato formale costituzione di parte offesa nell'inchiesta aperta dalla Procura di Catania. "Abbiamo deciso di inserirci nel procedimento della magistratura in rappresentanza dei cittadini che sono i principali finanziatori delle Ong e che hanno diritto alla massima trasparenza - spiega il presidente Carlo Rienzi - Se esiste anche il minimo sospetto di illeciti di qualsiasi natura è preciso dovere della magistratura fare chiarezza, e le polemiche sollevate in questi giorni da soggetti come Roberto Saviano sono un insulto verso quei cittadini che si privano di denaro per sostenere le attività delle organizzazioni che operano nel settore dei migranti e che devono essere al di sopra di ogni sospetto".

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