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Khalifa Al Ghwell |
L'ufficio del premier "è stato occupato da elementi del comitato temporaneo della presidenza, i file e i computer sono stati confiscati", riferiscono i media libici. La decisione di lasciare la capitale è arrivata "dopo che il consiglio degli anziani di Misurata ha minacciato di destituire" lo stesso Ghwell.
La delegazione di Misurata si è "poi recata a piazza dei Martiri, dove uno dei leader delle milizie, Salah Badi, aveva organizzato una manifestazione contro Sarraj. Anche a lui hanno detto di andarsene, e Badi lo ha fatto".
La capitale si è svegliato questa mattina per relativa calma dopo gli scontri di ieri sera. Un residente locale ha detto che credeva che tutto il fuoco era stato puramente una dimostrazione. "Non credo che un colpo sia stato sparato con rabbia da parte di chiunque", ha detto. Non ci sono state segnalazioni dagli ospedali di morti e feriti. Molti lavoratori ha deciso di rimanere a casa. Alcune scuolesono restate chiusi, mentre altre hanno aperto, ma non tutti i genitori hanno portato i loro figli.
Dieci città "rompono" con Tripoli - Dieci città libiche, tra le quali anche Zawiya e Sabrata, hanno formalmente rotto l'alleanza con il Congresso di Tripoli (Gnc) e deciso di sostenere il governo di unità di Fayez Al Sarraj. In un comunicato, pubblicato su Facebook, i responsabili salutano l'arrivo a Tripoli del consiglio presidenziale libico e fanno appello al nuovo governo perché metta "fine a ogni conflitto armato nel Paese".
Si tratta di un duro colpo per il governo di Tripoli, sostenuto dalla coalizione di milizie islamiste Fajr Libya, che ha bollato come "illegale" l'arrivo di Sarraj nella capitale, esortandolo ad andarsene. E' dalla metà del 2014 che la Libia ha due amministrazioni, da quando Fajr Libya prese il controllo di Tripoli, costringendo il parlamento riconosciuto dalla comunità internazionale a riparare a Tobruk, nell'Est del Paese.Renzi: "Pronti ad aiutare non vuol dire bombardare" - In merito alla questione Libia, il premier Matteo Renzi ha sottolineato che la leadership dell'Italia "significa che siamo pronti a dare una mano dal punto di vista degli aiuti sociali, delle forze di polizia, della cooperazione internazionale, non che ci alziamo la mattina e andiamo a bombardare qualcuno".
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