BOLOGNA, 3 maggio - I manifestanti dei collettivi che avevano tentato di accedere al parco della Montagnola a Bologna, dove è prevista la chiusura della festa dell'Unità da parte di Matteo Renzi, hanno lasciato l'ingresso di piazza XX settembre e con un corteo hanno raggiunto due altri ingressi al parco Montagnola, quelli su piazza VIII Agosto. Qui si trovano circa 80 militanti di Cobas scuola (gli stessi che avevano organizzato la protesta che fece annullare l'incontro con il ministro Giannini alla Festa). Le due manifestazioni però non si sono unite, ma stanno posizionate in prossimità di due accessi differenti al Parco. In precedenza un centinaio di manifestanti dei collettivi aveva tentato l'accesso alla Festa Nazionale dell'Unità. Prima del loro arrivo gli agenti della polizia hanno però chiuso i cancelli dell'accesso su piazza XX settembre. Sono stati affissi dei cartelloni contro il Governo. I manifestanti hanno poi scosso diverse volte il cancello, presidiato dall'interno dalle forze dell'ordine, e sono partiti sputi verso i poliziotti. La polizia ha poi risposto con una breve carica quando circa 40 esponenti dei collettivi hanno di nuovo tentato l'accesso. Un manifestante è stato fermato, e una donna è caduta a terra.
"So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola e sono pronto a incontrare chiunque ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l'Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo". Così Matteo Renzi risponde alle contestazioni.
"Agli amici del Pd di Milano dico grazie: mentre quelli col Rolex andavano a distruggere le vetrine loro si sono messi a pulire le vetrine e dire che quattro teppistelli non la vinceranno, non avranno la meglio. Siamo più forti noi".
"Io non schiaccio la testa a nessuno, ma non mollo". E' la risposta di Renzi, al suo arrivo alla Festa dell'Unità di Bologna, ad un militante che lo invitava a "schiacciare la testa agli elefanti" della minoranza Pd.
"Possiamo discutere nel merito, nel ddl la Buona scuola ci sono molte cose che si possono cambiare. Non credo che la proposta del governo sia prendere o lasciare: si può parlare. Ma non lasceremo la scuola soltanto in mano a chi urla. La scuola non è solo di quelli organizzati, è delle famiglie". Così Renzi ai precari che lo contestano.
"Sulla scuola abbiamo fatto l'investimento più grande: tre miliardi. Vogliamo discutere chi bisogna assumere? Parliamone ma non consentiremo a nessuno di negare la realtà. Se il ddl la buona scuola passa 100mila insegnanti entreranno, se non passa continuerete a fischiare. Questa è la differenza".
"Cari democratici, prendiamoci un impegno: non ci fermeremo a cento metri dal traguardo. Taglieremo il traguardo sulla legge elettorale, le riforme, sulla necessità di dare più soldi alla scuola pubblica e lo faremo senza dare a nessuno il diritto con un fischio di bloccarci".
Portare a termine le riforme "è il compito del Pd tutto insieme: un partito che sa discutere al proprio interno ma che si riconosce come una comunità che va avanti insieme e anche se su alcune cose non la pensiamo allo stesso modo ci confrontiamo litighiamo un po' ma poi andiamo avanti tutti insieme", ha sottolineato Renzi.
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