venerdì 5 dicembre 2014

MAFIA CAPITALE, parla la segretaria di Buzzi: facevo io le buste delle tangenti

L'arresto di Massimo Carminati
ROMA - Continuano intensamente le indagini dell'inchiesta Mafia Capitale. La prima a parlare e confessare è la segretaria di Salvatore Buzzi, responsabile di alcune coop che, per ottenere commesse di vario genere, teneva a libro paga numerosi politici romani. "Li pagavo io, preparavo le tangenti e le mettevo in buste di carta", dice Nadia Cerrito, 49 anni, che gestiva in prima persona il libro nero con i destinatari delle mazzette. "Buzzi mi portava i soldi in contanti, io facevo le buste ma non sapevo la destinazione: ci scrivevo solo B di Buzzi e lui la ritirava, ricorda la donna, secondo quanto riporta il Messaggero. "Le cifre non superavano mai i 15 mila euro; sapevo che era illegale ma non potevo rifiutarmi altrimenti mi licenziavano", dice ancora la Cerrito ai magistrati.

"Era tutta contabilità nera che mi dicevano di non registrare. L'agenda la tenevo sempre nella borsa, perché Buzzi mi diceva che riguardava pagamenti riservati e non volevo che altri lo vedessero", spiega. Per quanto riguarda gli incontri politici, afferma: "Tenete conto che l'azienda per la quale lavoro comprende cinque cooperative e ha 15mila dipendenti, molte persone non le conoscevo. Ricordo Franco Panzironi, (ex ad di Ama finito in carcere ndr) lui lo vedevo spesso. Alemanno non l'ho mai visto, ma so chi è, mentre ho sentito i nomi di Riccardo Mancini (ex ad di Eur spa ndr) e Claudio Turella (ex responsabile servizi giardini del Campidoglio ndr), Luca Gramazio (capogruppo del Pdl al Comune ndr) non lo conosco". Ma il gip Flavia Costantini le contesta un'intercettazione ambientale del 29 gennaio 2013, quando il ragioniere Paolo Di Ninno, faceva un resoconto della contabilità ufficiale e parallela delle cooperative a Buzzi e Carminati. Lei chiede ancora tempo.
Grasso: per sciogliere il Comune ci suole ben altro. "Il Comune di Roma è assolutamente al di fuori di queste tematiche, soltanto alcuni sono coinvolti. Per sciogliere un Comune ci vuole ben altro", commenta il presidente del Senato, Piero Grasso.  "Ci sono tutti i presupposti per l'aggregazione mafiosa", aggiunge Grasso. "Ormai - rileva - il fine di far profitto ad ogni costo ha superato qualsiasi rito tradizionale di iniziazione della mafia, come la famosa 'punciuta'". Per Grasso è  ragionevolmente possibile che le segreteria di partito non sapessero dei fatti della maxi-inchiesta romana "perché i collaboratori sono quelli che fanno il lavoro operativo". Tuttavia, osserva, "non bisogna meravigliarsi. La mia esperienza con la mafia siciliana mi insegna che per determinate operazioni è necessario coinvolgere tutti gli interessi per gestire gli affari sulla base di omertà, fedeltà e complicità". Il presidente del Senato cita Salvo Lima, l'esponente Dc ucciso dalla mafia che era solito dire "Non si cala la pasta se prima tutti i cucchiai non sono nella pentola". "Quando tutti gli interessi sono collegati - conclude Grasso - nessuno denuncia gli altri".
Salvini: a Roma potremmo presentare il nostro sindaco. "A Roma sì a un sindaco Leghista": lo ha detto Matteo Salvini a Telelombardia. "Con tutto quello che sta accadendo a Roma con lo scandalo mafia - ha detto Salvini all'emittente - se si dovesse andare presto al voto potremmo presentare un candidato sindaco leghista", ma "cittadino romano". "Ci stiamo lavorando", ha aggiunto.
Gentiloni: Pd romano deve fare pulizia, giusto commissariarlo. Il Pd romano deve fare pulizia, ed è stato giusto commissariarlo. Così il ministro degli esteri Paolo Gentiloni, ex candidato alle primarie del Pd per il Campidoglio, che lo ha detto ad Agorà sui Rai Tre. Nonostante a suo avviso le accuse di corruzione siano soprattutto rivolte ad ambienti vicini all'ex sindaco di centrodestra Gianni Alemanno, Gentiloni ha detto che il Pd "deve fare pulizia in casa propria a prescindere" dalle accuse della magistratura e mantenendo il principio della presunzione di innocenza. Per questo, la decisione radicale di commissariare il Pd romano viene giudicata "la scelta giusta" dal ministro degli esteri, ex candidato alle primarie del Pd per il Campidoglio.

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